Da martedì 23 marzo una nave portacontaniner, la Ever Given, battente bandiera panamense, gestita dalla compagnia Ever Green di Taiwan e di proprietà della società giapponese Shoei Kisen Kaisha, si messa di traverso ed ha bloccato il Canale di Suez.

Sinora ignote le cause dell’incidente nautico ma alcune fonti sostengono si sia trattato di un errore tecnico e umano a contribuire all’incaglio, in un primo momento si era parlato del vento e di una tempesta di sabbia che avrebbero ridotto la visibilità.

Malauguratamente l’incidente si è verificato all’ingresso meridionale del canale più vecchio, fosse accaduto nel nuovo canale, quello ampliato nel 2015, tutto si sarebbe già risolto sostengono le autorità marittime egiziano.

La Ever Given, varata a maggio 2018, ha una lunghezza di 400 metri e 59 di larghezza, altezza 33 metri ed un pescaggio di 15.

Il blocco del Canale sta causando perdite giornaliere di 9,6 miliardi al giorno.

Oltre 200 navi sono in coda in attesa che la navigazione riprenda, alcune hanno deciso di circumnavigare l’Africa passando dal capo di Buona Speranza.

Sul colosso del mare vi sono 18.300 container ed alcuni operatori hanno dichiarato che servirebbe rimuoverne 600 per disincagliarla, il che richiederebbe almeno una settimana.

Attraverso il Canale di Suez, la rotta marittima più corta tra l’Europa e l’Asia, passano oltre il 25 percento della navi cargo ed il 12 percento delle merci che circolano sui mari del pianeta, oltre un miliardo di tonnellate nel 2020.

Per attraversarlo vi è un pedaggio da pagare che è piuttosto salato, principalmente dipende dalla merce trasportata e dalle dimensioni della nave con un costo che può arrivare sino a 700mila dollari.

Per la sua enorme dimensione forse non avrebbero dovuto concedere l’autorizzazione al passaggio dal Canale, probabilmente dovranno essere riconsiderate meglio le rotte ed i pericoli che questi colossi del mare rappresentano.

Niccolò Rejetti