Assente per 15 anni ma regolarmente retribuito
Il colabrodo della Sanità ogni giorno fa scoprire un rigagnolo che evidenzia la pessima gestione della salute pubblica. A Catanzaro la Guardia di Finanza ha scoperto uno scempio del danaro statale che fa rabbrividire.
Salvatore Scumace, un dipendente dell’Ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, per 15 anni se ne sta in vacanza senza effettuare neppure un giorno di lavoro e percepisce oltre mezzo milione di euro.
I finanzieri scoprono che ad irrobustire il colabrodo ospedaliero oltre allo Scumace vi erano altri sei personaggi tra dirigenti e funzionari che ora sono indagati per abuso d’ufficio, falso ed estorsione aggravata.
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, su disposizione della Procura, hanno proceduto con la notifica nei confronti di Salvatore Scumace (classe ’54, di Botricello), Nino Critelli (classe ’55, di Catanzaro), Vittorio Prejanò (classe ’57, di Catanzaro), Maria Pia De Vito (classe ’53, di Montepaone), Domenico Camino (classe ’59, di Catanzaro), Laura Fondacaro (classe ’69, di Soverato) e Antonio Molè (classe ’68, di Catanzaro), dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, ex art. 415-bis c.p.p., in relazione a un’attività investigativa in materia di assenteismo dei pubblici dipendenti.
Le indagini, dirette dal sostituto procuratore Domenico Assumma, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, hanno condotto all’iscrizione a vario titolo dei sette soggetti (dipendenti, funzionari e dirigenti dell’Ospedale cittadino) sul registro degli indagati in relazione ai delitti di abuso d’ufficio, falso ed estorsione aggravata.
Gli accertamenti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, svolti nel più ampio contesto di una serie di approfondimenti sulle condotte assenteistiche dei pubblici dipendenti, hanno consentito di rilevare che lo Scumace, già in organico all’Azienda, nel 2005 era stato assegnato al Centro Operativo Emergenza Incendi (C.O.E.I.) dell’ospedale catanzarese.
Tuttavia, per quanto ricostruito attraverso l’esame dei tabulati di presenza, dei turni di servizio e delle testimonianze di alcuni suoi colleghi e superiori, lo Scumace, pur percependo regolarmente la retribuzione (per più di 538.000 euro complessivi), per oltre 15 anni non si è mai recato in servizio.
Per raggiungere il suo illecito obiettivo, peraltro, lo Scumace aveva fatto ricorso anche a condotte estorsive, perpetrate per mezzo di altri soggetti nei confronti dei propri superiori.
Ciò avveniva in particolare nel 2005, allorquando, secondo quanto ricostruito dalle indagini, “una persona molto distinta” si introduceva senza preavviso nell’ufficio della responsabile del C.O.E.I. (oggi in congedo ed estranea alle indagini) e, operando velate ma inequivocabili minacce all’incolumità sua e dei suoi familiari, la costringeva a soprassedere dalle segnalazioni disciplinari nei confronti del dipendente assenteista.
Successivamente, al pensionamento della responsabile intimidita, le condotte assenteistiche dello Scumace proseguivano indisturbate in quanto sia il Critelli – subentrato responsabile del C.O.E.I. – che i due dirigenti pro tempore dell’Ufficio Risorse Umane (Prejanò e De Vito), tutti indagati, in concorso con lo Scumace, per abuso d’ufficio, omettevano di adempiere ai controlli sull’effettiva presenza in servizio del dipendente bighellone, consentendogli di fatto di proseguire nel suo reiterato assenteismo.
Nel luglio del 2020, allorquando sono iniziati gli approfondimenti investigativi della Guardia di Finanza, anche attraverso l’analisi dei tabulati telefonici degli ultimi due anni dell’indagato, l’Azienda ha avviato un primo procedimento disciplinare nei confronti dello Scumace affidato a un’apposita commissione composta dagli ulteriori indagati Canino (presidente), Molè e Fomdacaro (membri).
Tale organo, tuttavia, a fronte della palese condotta assenteistica dello Scumace, concludeva per l’insussistenza della possibilità di avanzare un addebito disciplinare nei suoi confronti. Per tale ragione, i suddetti sono stati iscritti nel registro degli indagati per il reato di falso in atto pubblico e abuso d’ufficio.
Successivamente all’archiviazione del primo procedimento disciplinare, la Direzione Aziendale del nosocomio catanzarese ne promuoveva un secondo che si concludeva, nel mese di ottobre 2020, con il licenziamento senza preavviso di Salvatore Scumace.
la Redazione
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