La Cantina Val di Neto è già pronta alla ripartenza
La ripartenza del locomotore Italia dovrà necessariamente passare dalle 4 A delle eccellenze nazionali: Agroalimentari – Abbigliamento Moda – Automazione Meccanica – Arredamento Design.
A breve dovrebbero riprendere le manifestazioni fieristiche e si torna a pedalare con l’intento di recuperare il terreno perduto.
In quella splendida visione dell’area crotonese su colline rigogliose che si affacciano sullo Jonio sorge la Tenuta Cappa all’interno della quale sorge la Cantina Val di Neto un gioiellino dove si conserva gelosamente un nettare che trae origine dalla Magna Grecia.
Se fare l’imprenditore è un mestiere irto di difficoltà che richiede impegni ciclopici, farlo al di sotto del Garigliano è ancora più arduo ed in talune altre zone diventa un’arrampicata di nono grado.
Nicola Cappa proviene da una famiglia che l’agricoltura la conosce da generazioni è stato Armando, il padre di Nicola, ad indirizzare il figlio verso il vigneto sul finire degli anni Ottanta.
Carla e Nicola conducono l’azienda con sagacia, oculatezza e lungimiranza oltre che con tanto coraggio visto che possono e devono contare esclusivamente sulle proprie risorse economiche e finanziarie in quanto le pubbliche amministrazioni spesso girano il capo dall’altro lato e si otturano i padiglioni auricolari.
Oggi la loro proprietà comprende poco più di 100 ettari di cui 22 di uliveti, un paio di ettari di agrumeto, oltre a seminativo, pomodori, ortaggi e 20 ettari di vigna.
Sin dal primo giorno Carla e Nicola hanno deciso di privilegiare la qualità e di seguire le indicazioni del disciplinare del Melissa DOC e del Val di Neto IGT, ossia i due vini certificati che possono coltivarsi lungo la bassa valle del fiume Neto ove è ubicata la Tenuta Cappa.
Dalla Cantina escono 50mila bottiglie ma gli obiettivi sono quelli di incrementarli per raggiungere traguardi importanti, magari raddoppiare, perché no?
La pandemia ha costretto taluni settori all’immobilismo e principalmente quelli legati al turismo e alla ristorazione, di conseguenza la crisi dell’HoReCa (ristorazione, hotellerie e catering) si è riversata sul comparto enologico e le vendite a ristoranti ed enoteche sono crollate.
Carla Liguori si preoccupa del domani ed in azienda si sono già rimboccati le maniche per non lasciarsi trovare impreparati alla ripresa.
“Abbiamo subito danni notevoli dalla pandemia però serve a poco lamentarsi e guardarsi le ferite. Ci stiamo organizzando per le prossime settimane che dovrebbero significare una ripresa alla normalità, inoltre a breve ci si immergerà a tempo pieno nella vigna e dobbiamo guardare avanti ma soprattutto con fiducia e una sufficiente dose di ottimismo”.
Il vostro brand già da tempo ha valicato i confini regionali e vi state organizzando per valicare quelli nazionali.
“Sino a tempo fa avevamo ottimi agganci con il mercato nordamericano, nella fattispecie Canada e Stati Uniti, poi la pandemia ha bloccato tutto, ora dovremo cercare di riallacciare i rapporti ed investire energie anche per reperire sbocchi commerciali nel centro-nord dell’Europa. Impresa ardua ma non impossibile”.
Vi presentate agguerriti sul mercato con dieci etichette.
“Al momento abbiamo un rosato, Amistà, tre bacche bianche, Kalypso, Ferule e Lumia, e sei rossi, Arké, Arké Barrique, Don Armando, Neathos, Mutrò, Vigna delle Volpi, che significano 50mila bottiglie delle quali siamo fieri. I nostri venti ettari di vigneto rappresentano una potenzialità che dobbiamo sfruttare nella sua interezza e siamo convinti che la nostra professionalità, la nostra dedizione e la nostra qualità saprà farsi largo in un settore dove la concorrenza è intelligente e fortificata, anche economicamente”.
Altro tassello ad arricchire il mosaico aziendale è la scelta di un enologo esperto e preparato che studia e cura tutto sin nei minimi particolari, ottimo conoscitore del territorio e dei vitigni meridionali.
“Siamo molto soddisfatti di aver instaurato con Fabio Mecca una collaborazione che certamente produrrà frutti vantaggiosi e gratifiche professionali e commerciali. È nata un’intesa sin dal primo momento e ci comprendiamo con poche battute. I nostri sforzi congiunti daranno un ulteriore slancio alla Cantina Val di Neto”.
Da Roma giungono segnali incoraggianti, il rosso è scomparso quasi del tutto e stiamo avviandoci in direzione della normalità.
Nel Marchesato di Crotone la Cantina Val di Neto ha principiato a riscaldare i motori.
Bruno Galante
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