Paolo Zampini anche poeta: “Mille millepiedi in fila”
Nel panorama della musica italiana Paolo Zampini è seduto in prima fila per titoli e per meriti.
Ha scalato tutti i gradini della notorietà iniziando come autodidatta ha compreso immediatamente che gli spartiti oltre ad essere amati devono essere studiati e così si diploma al Conservatorio Giovan Battista Martini di Bologna nel 1978, un paio d’anni dopo si trasferisce a Reggio Calabria per insegnare Conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria.
Da allora il conservatorio è stata la sua seconda dimora.
Oggi è il direttore del Conservatorio di Musica Luigi Cherubini di Firenze.
Essendo un nemico dichiarato dell’ozio e del bighellonare improduttivo dal 1985 entra a far parte in pianta stabile del ristretto gruppo di amici e musicisti dell’Oscar Ennio Morricone.
Ogni qualvolta si ascolta un flauto solista nell’orchestra di Morricone questo è Paolo Zampini.
Ha circumnavigato il pianeta diverse volte per ragioni professionali ed ora ha deciso di assegnarsi un premio targato Polistampa, editore in Firenze.
Erano anni che nei ristrettissimi ritagli di tempo annotava frasi e pensieri su foglietti sparsi un po’ ovunque, e così nel mentre si appropinqua il giorno del passaggio alle dipendenze della Previdenza ha raccolto i tanti appunti e li ha etichettati con il titolo “Mille millepiedi in fila”.
Accomodatosi in punta di piedi nella collana “Dalla stanza”.
Un excursus di nove sedicesimi in formato B5 di pagine preziose e vellutate che volgono lo sguardo al suo cammino tracciato e percorso.
Centoventi poesie che sono lo specchio dei suoi sogni, delle sue aspettative, dei suoi traguardi.
Versi che narrano i suoi momenti di gioia, di tristezza e di speranza.
Strofe orfane di titolo che concedono spazi di creatività a quanti le leggeranno e si soffermeranno a riflettere e immedesimarsi.
Un sentiero di vita / non inizia da dove inizi tu / e non finisce dove finisci tu /
non saprai chi l’ha percorso per primo / e nemmeno chi l’ha calpestato / poco prima dei tuoi passi /
è una strada che macina / voracemente / dall’oblio verso l’oblio.
Paolo va ad arricchire la nobile schiera di trovatori moderni che annovera artisti di assoluto valore a partire da Pierre-Jean de Béranger e poi Arrigo Boito per arrivare ai nostri giorni con Fabrizio de André e Bob Dylan.
Chissà se alla musica e alla poesia vorrà aggiungere la pittura visto che è anche l’autore della copertina. Chissà.
bruno galante
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