Gli Usa sospendono la Digital tax sui prodotti italiani
Con le esportazioni Made in Italy che sono più che raddoppiate in Usa (+113%) è importante la sospensione per sei mesi dei dazi aggiuntivi a sei Paesi, tra cui l’Italia, nell’ambito delle dispute sulla Digital tax.
Si tratta degli importanti effetti della ripresa del dialogo che ha già portato l’11 marzo scorso anche al superamento delle tariffe aggiuntive relative alle controversie Airbus-Boeing che colpivano tra l’altro le esportazioni nazionali di Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi, agrumi, succhi, cordiali e liquori come amari e limoncello.
“Il superamento della guerre commerciali è una necessità a livello globale per favorire il rilancio dell’economia e dell’occupazione a livello globale” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che gli Stati Uniti sono il principale partner dell’Italia fuori dai confini europei.
L’amministrazione Usa ha giudicato discriminatoria nei confronti delle imprese statunitensi la tassa varata dall’Italia sui servizi digitali – “digital tax” – e ha deciso l’imposizione di dazi aggiuntivi sulle importazioni di prodotti italiani per un ammontare di circa 385 milioni di dollari.
L’applicazione dei dazi, però, è stata sospesa per un periodo di 180 giorni.
La sospensione è stata motivata con l’impegno del presidente Biden a ricercare sui temi della tassazione delle imprese una soluzione condivisa in sede OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e in ambito G20.
“La ripresa della cooperazione sulle questioni legate al commercio internazionale rappresenta un fatto decisamente positivo anche per il settore agroalimentare italiano” – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.
A marzo sono stati sospesi, fino al prossimo luglio, i dazi aggiuntivi sulle esportazioni di prodotti agroalimentari italiani destinate al mercato USA per un controvalore di 500 milioni di euro. I dazi, pari al 25% del valore, furono introdotti nell’ottobre 2019 a carico dell’export italiano.
Gli Stati Uniti sono il primo mercato di sbocco fuori dalla UE per il Made in Italy agroalimentare. Nel 2020 le esportazioni sono ammontate a circa 5 miliardi di euro.
La decisione assunta ieri dall’amministrazione USA rafforza l’ottimismo sulla possibilità di concludere con un accordo definitivo il negoziato in corso con la Commissione europea.
Con il superamento dell’emergenza sanitaria e il rilancio della cooperazione multilaterale sui temi del commercio internazionale, si sono create le condizioni per aumentare la presenza delle nostre esportazioni a livello mondiale. I segnali sono già incoraggianti.
Salvarico Malleone
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