Ciao Presidente, passione storia e leggenda bianconera
Giampiero Boniperti: un’altra leggenda è tornata tra le stelle.
Ha lasciato milioni di amici ed estimatori terreni questa notte per insufficienza cardiaca Giampiero Boniperti che il 4 luglio avrebbe spento la 93a candelina, era nato a Barengo (Novara) il 1928. fu un accanito tifoso bianconero, Egidio Perone medico del paesino, a portarlo a Torino dove esordì domenica 22 maggio 1946 con la maglia a strisce bianconere nell’amichevole tra le riserve della prima squadra ed il Fossano.
I giovanotti zebrati vinsero 7-0 e casualmente le 7 reti furono scritte dal quasi 18enne di Barengo.
A fine gara il responsabile del settore giovanile, Volpato, gli fece firmare immediatamente il contratto, il cui importo di Lire 60.000 finirono metà nelle casse del Barengo e l’altra metà in quelle del Momo, la società nella quale era tesserato.
Il passaggio dalle giovanili in prima squadra è parecchio veloce visto che il debutto avviene il 2 marzo 1947 al Comunale contro il Milan, esordio amaro in quanto i rossoneri si aggiudicano il match con un 2-1.
La stagione successiva il tecnico Renato Cesarini gli affida la maglia titolare di centravanti e Boniperti non tradisce le aspettative: vince la classifica dei cannonieri con 27 gol precedendo la leggenda Valentino Mazzola, 25 reti, e l’altro granata Guglielmo Gabetto fermo a 23.
il 10 giugno 1961 entra per l’ultima volta nello spogliatoio del Comunale, gli avversari vestono di nerazzurro e in campo mandano i ragazzini della Primavera per una protesta insignificante.
Il risultato finale è 9-1 per la Juve. Il capitano di tante battaglie decide di smettere col calcio giocato e dedica il suo tempo alla famiglia e agli impegni extracalcistici.
Con la maglia Azzurra colleziona 38 presenze e va a segno 8 volte.
A fine carriera nel palmares del campionato risultano 444 presenze e 178 reti.
Ritorna nel mondo del calcio dal portone centrale e nel 1971 il suo amico Gianni Agnelli gli affida la carica di presidente del club, incarico che mantiene sino al 1990.
Nel 2004 la Fifa lo include nella lista dei 125 migliori calciatori di sempre, mentre dal 2012 fa parte della Hall of Fame del calcio italiano tra i dirigenti.
Con Boniperti scompare la parte più affascinante del calcio italiano, quello delle formazioni con giocatori italiani e di tanto in tanto uno straniero a tal punto che oggi si fa fatica a distinguere una formazione spagnola da una inglese o tedesca.
È tramontata l’epoca delle bandiere con l’assalto dei procuratori ai club ai quali spesso e volentieri impongono nomi della loro scuderia e del loro portafoglio stragonfio.
Il Presidente preferiva far sottoscrivere i contratti senza indicare la cifra della stagione, era lui che decideva, in base al rendimento e all’applicazione, l’importo da versare sul conto corrente.
Certo erano altri tempi e altre situazioni, ma con l’avvento dei manager prestati al pallone il rischio concreto di un fallimento globale non è lontanissimo, tant’è che numerose società europee prestigiose sono finite nella cassaforte di arabi, cinesi, americani.
Investitori che neppure conoscono due pagine della storia dei club in loro possesso.
Business, principalmente business quasi esclusivamente business.
Boniperti ci ha trasmesso amore, passione, sensazioni profonde ed indelebili.
Gli siano grati per questo, ci ha insegnato che per la propria maglietta bisogna versare sudore, sacrifici e abnegazione.
Maglietta bianconera che un tempo era rigorosamente a strisce verticali bianche e nere mentre oggi sono scomparse le strisce ed i colori bianco e nero sono alquanto sbiaditi e maccheronati.
Il Presidente ha inculcato nei giocatori e nella tifoseria il motto “vincere è l’unica cosa che conta”, giusto per dire che in campo si entra solo con un obiettivo e senza tatticismi.
Scompare definitivamente l’epoca delle partite domenicali alle 15,00 sostituite da gare che iniziano alle 9 del lunedì e finiscono alle 24 della domenica e la rubrica radiofonica “Tutto il calcio minuto per minuto” è stata sostituita da “Tutto il pallone dal lunedì alla domenica”.
Di pagine importanti del calcio nazionale e planetario ne ha scritte numerose ma forse quelle al di fuori del rettangolo verde sono ancora più importanti.
Insieme ad Enrique Omar Sivori e a John Charles si è divertito e ha fatto divertire.
Il gigante buono gallese è rimasto nel cuore della tifoseria e dei suoi ex compagni, la fortuna al di fuori del calcio non gli è stata amica e per via di alcuni investimenti poco lucrosi ha vissuto giornate nebulose.
A Torino non hanno dimenticato le gioie che John ha fatto vivere ed il Presidente organizza un’amichevole il cui incasso è interamente devoluto al gigante gallese.
Sempre grazie Presidente, anche lassù avrai uno stuolo di tifosi.
bruno galante
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