Il compagno Fedez con tanto di Lamborghini e Patek
Lei è suor Anna Monia Alfieri, religiosa delle Marcelline, nata a Nardò LE il 12 giugno 1975 alla quale la città di Milano il 7 dicembre scorso ha assegnato l’Ambrogino d’Oro, una strenua paladina della scuola e dell’insegnamento di qualità che sia in grado di garantire un’istruzione e una formazione nel rispetto della libertà educativa.
Nel 2001 si è laureata in Giurisprudenza presso l’Università del Sacro Cuore a Milano e bel 2007 in Economia e Commercio, successivamente ha conseguito il Diploma Superiore di Scienze Religiose.
Lui è Federico Leonardo Lucia, nato a Milano il 15 ottobre 1989 ed il nonno paterno era originario di Lagopesole PZ, negli anni 70 la famiglia si è trasferita a Milano, preferisce farsi chiamare Fedez.
In una intervista al Corriere della Sera, a marzo 2017, dichiara che nelle sue vene, tramite sua nonna, scorre sangue brigantesco, e che possiede sei Rolex ed un Patek Philippe.
Nel frattempo il conto corrente sale vertiginosamente, oggi insieme alla sua compagna Chiara Ferragni introitano oltre 20 milioni di dollari l’anno e lui se ne va a spasso con una Lamborghini Huracan costatagli 350mila euro tra prezzo base e accessori vari indispensabili per essere confortevole e adeguata alle sue esigenze.
Insomma una vita da operaio a tal punto che il 1° maggio scorso i compagni lavoratori lo fanno salire sul palco per spiegare le difficoltà che Fedez incontra per arrivare in fondo al mese.
Nelle ultime ore, invece, si è scagliato contro la Chiesa, a suo dire “il Vaticano ha un debito stimato di 5 miliardi di euro su tasse immobiliari mai pagate dal 2005 ad oggi per le strutture a fini commerciali”, cinguetta su Tweet.
Federico possiede il diploma di terza media inferiore.
L’altra si chiama Elodie che su Instagram a proposito della questione ddl Zan scrive “Oggi un ringraziamento speciale va ai miei genitori che non mi hanno battezzata”. Anche Eloide si muove e agisce sulla retta via della coerenza, infatti sulla parte superiore del braccio sinistro si è fatto tatuare una appariscente croce cristiana.
Suor Anna Monia ha scritto a Fedez una lettera che preferiamo pubblicare per intero.
Gentilissimo signor Federico Leonardo Lucia,
mi rivolgo a lei chiamandola per nome: mi sembra, infatti, più dignitoso e rispettoso per la sua persona.
Immagino, data la sua giovane età, che lei sia fresco di studi e che a scuola, sia alla Secondaria di Primo che alla Secondaria di Secondo Grado, i suoi insegnanti di Storia le abbiano presentato (e Lei poi a casa, nel pomeriggio, abbia studiato) il Concordato Lateranense del 1929 e la sua Revisione del 1984.
Certo, lei mi dirà: il Concordato del 1929 fu firmato da Mussolini.
Concordo.
Quello del 1984 fu però firmato, per lo Stato italiano, da Bettino Craxi, un socialista doc, non certo un amico del Vaticano e delle sue presunte logiche di potere.
Spero, quindi, che, prima di fare certe affermazioni, abbia ripreso in mano quei libri, sempre che li abbia conservati e non li abbia venduti alla fine dell’anno.
Cosa lecita, ci mancherebbe, qualche soldino in più per aiutare in famiglia o da dare in beneficenza fa sempre bene!
Mi creda a 46 anni, dopo tre lauree, continuo a studiare, perché avverto la responsabilità di dire parole che costruiscono.
Se ciò vale per un semplice cittadino, figuriamoci per un personaggio pubblico del suo calibro, con un seguito così folto e numeroso.
Ovviamente sospendo ogni giudizio, chi è senza peccato scagli la prima pietra, disse Qualcuno, ma mi permetto di fare una considerazione di metodo, solo per aiutare i nostri ragazzi ad orientarsi. Mi sembra doveroso, Lei sarà d’accordo.
Guardando il video da Lei diffuso, capisco che Lei non conosce, con dovizia di dati, i temi che intende porre all’attenzione pubblica e cioè: cosa sia uno Stato laico, cosa sia un Concordato, quale sia il tema dei sacerdoti processati con la legge del Vaticano e/o civile, quali tasse vengono pagate.
Ancora, credo che Lei ignori il volontariato che centinaia di migliaia di laici, preti, suore, compiono ogni giorno.
La solidarietà di cui Lei parla, in realtà, si chiama prossimità e non avviene mai a favore di telecamera.
Non sappia la destra ciò che fa la sinistra, disse sempre quel Qualcuno.
Siccome sono più grande (di età naturalmente) di Lei, mi permetto di darLe un consiglio, anche se non richiesto: lo faccio in considerazione di tutti i consigli non richiesti che anche Lei offre ogni giorno, forte di un lessico forbito ed elegante dal quale traspare in tutta evidenza la sua profonda cultura e il suo alto senso civico.
Se Lei desidera dare un contributo alla Res-publica – cosa lodevolissima e che, per altro, rappresenta anche un dovere per tutti i cittadini ai sensi dell’art. 2 della Costituzione – è necessario documentarsi prima di esprimersi, al fine di evitare sovrapposizioni di argomenti.
Un conto è il ddl Zan che, Le ricordo, agli artt. 4 e 7 lede il diritto alla libertà di espressione (art. 21 della Costituzione), alla libertà di insegnamento dei docenti (art. 33 della Costituzione), alla libertà di scelta educativa che spetta ai genitori, cioè a Lei e non ad altri, né Chiesa né Stato (art. 30 della Costituzione). E questo è un fatto.
In merito poi alla sua preoccupazione dei danari (una preoccupazione davvero di alto profilo morale e, soprattutto, coerente con il suo stile di vita, sempre così sobrio e morigerato),
La informo che, in merito alla sua affermazione “Il Vaticano non paga le tasse immobiliari e l’Italia sta violando il Concordato”, nel 2020, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica ha pagato per imposte € 5,95 mln per IMU e € 2,88 mln per IRES.
A queste vanno aggiunte le imposte pagate da Governatorato, Propaganda fide, Vicariato di Roma, Conferenza Episcopale italiana e singoli Enti religiosi.
Ovviamente è tutto documentato, fino all’ultimo centesimo. E anche questo è un fatto.
Detto questo, la libertà del singolo non può essere negata. Se vorrà rimanere sulle sue posizioni, ce ne faremo tutti una ragione.
Certo ai giovani, ai quali Lei si rivolge, io suggerisco sempre di approfondire, di andare oltre la notizia. Del resto sono convinta che questo sia il dovere di ogni persona: essere un esempio positivo, soprattutto pensando che gli adolescenti di oggi, così smarriti e così soli, saranno i cittadini di domani.
La diffamazione e la violenza verbale con cui li abbiamo pasciuti in questi anni chissà quali conseguenze avranno sul loro futuro. Soprattutto, chissà se un domani si renderanno conto del fatto che, quando gli adulti si comportano come degli adolescenti, essi – gli adulti – rappresentano un tradimento dei loro sogni e delle loro aspettative.
Mi fermo. Torno ad occuparmi di bilanci e di diritto. Torno a compiere il mio dovere di cittadina. Per amore della verità non potevo tacere.
Un augurio di ogni bene,
sr Anna Monia Alfieri
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