A Wembley i Fratelli d’Italia domano i Tre Leoni inglesi
Indubbiamente l’11 luglio è una data favorevole per i colori azzurri, nel 1982 conquistammo il terzo titolo mondiale a Madrid con il primo tifoso Sandro Pertini ad esultare in tribuna, a distanza di 39 anni la scena si ripete a Wembley con il primo tifoso Sergio Mattarella, un tantino più composto ma con l’identico orgoglio e la stessa esultanza interiore di Pertini.
Un po’ deluso e acciaccato, ne siamo affranti, il premier Boris Johnson che si è presentato allo stadio in giacca e maglietta bianca con i tre leoni e che dopo i calci di rigore aveva il fegato ridotto a brandelli. Sorry.
Stampa e tifoseria inglese avevano iniziato a festeggiare ancora prima che i 22 scendessero in campo visto che i media londinesi da diversi giorni hanno ripetuto sino alla noia “It’s coming home (torna a casa, ndr)”.
Ma come fa a tornare a casa quella coppa dato che a Londra non ci è mai stata?
Senza tanti pronostici favorevoli e senza tanti arbitraggi domestici la banda del Mancio si è appropriata dello scettro europeo. Scettro che vale doppio visto che ancora una volta gli azzurri hanno espugnato il tempio del football londinese situato nel quartiere di Brent.
Ma se sul Tamigi è germogliata tanta rabbia dalle parti di Edimburgo, Glasgow e Aberdeen hanno stappato migliaia di bottiglie e canticchiato l’Inno di Mameli, hanno persino raffigurato il Mancio sotto le effigie di Bravehearth (cuore impavido) l’eroe che lottava per l’indipendenza della Scozia.
Italiani e scozzesi affratellati nel festeggiare la vittoria azzurra a danno dei tediosi d’oltre Manica.
Mancini, Chiellini, Bonucci e Donnarumma mai hanno espresso pensieri di tracotanza e di superiorità, hanno preferito il silenzio e le risposte del campo salvo poi esternare le frasi represse nel momento in cui la Coppa s’è tinta di biancorossoverde.
Come quel marpione di Big Leo Bonucci che dopo aver messo in cassaforte la Coppa ha urlato “Mangiate ancora pastasciutta, ne dovete magiare ancora tanta di pastasciutta”.
Ed è una pastasciutta che di là dalla Manica non riescono a digerire visto che i tifosi si sono scagliati con estrema veemenza contro Marcus Rashford, Jadon Sancho e Bukajo Saka i tre rigoristi andati a sbattere contro la saracinesca eretta Gigio che ha fatto versore ettolitri di lacrime in tutta l’England.
Il trio è stato beffeggiato anche per il colore dell’epidermide non proprio albionico e ciò non fa onore a nessuno.
I ragazzi di Mancini sono stati bravi perché non si sono smarriti nelle nebbie del Tamigi dopo aver incassato la marcatura di Luke Shaw realizzata al 117’’, hanno reagito da veterani e colpito con Bonucci al 67’ provando e riprovando diverse volte a chiudere la gara senza arrivare ai supplementari e al supplizio dei calci di rigore.
Coronarie messe a dura prova nel momento in cui “gallo” Andrea Belotti si è fatto parare il tiro da Jordan Pickford errore che ha consentito agli inglesi di portarsi momentaneamente in vantaggio con il mastino Harry Maguire.
Successivamente ci penserà Gigio Donnarumma a seminare dispiaceri tra i bianchi di Sua Maestà sino al fischio liberatorio dell’olandese Kuipers.
L’ultima volta in cui abbiamo sollevato l’Eurocoppa è stato il 10 giugno 1968 ai danni della scomparsa Jugoslavia per 2-0, la prima partita si era chiusa 1-1, e con la vittoria di Wembley raggiungiamo la Francia, mentre Spagna e Germania rimangono sempre in vetta per averne vinte tre cadauna.
Lo stadio londinese ha proiettato gli azzurri al 4° posto nel ranking Fifa, e pensare che il giorno in cui Mancini ha preso in consegna la Nazionale era ventesima in graduatoria, ciò significa che nei sorteggi saremo inclusi nella prima fascia dei sorteggi.
Il montepremi spettante all’Italia è di 99,25 milioni di euro e diventa il nuovo record.
A mezzanotte milioni di italiani si sono riversati per le strade e le piazze a strombettare e tuffarsi nelle fontane per scaricare l’idrofobia accumulata nei 120 della gara ma principalmente quella accumulata di oltre un anno di clausura domestica dovuta alla pandemia.
È una vittoria che ci voleva e che servirà a tutto il Paese per ripartire e dimenticare le tremende giornate vissute da febbraio 2020.
Grazie ragazzi, grazie Mancio.
bruno galante
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