Nura Musse Alì somala pro taleban consigliere regionale pd
La signora Alì per apparire sulle prime pagine dei quotidiani ha scelto la via peggiore in un momento delicato come questo.
Migliaia di afghani in fuga dalle loro città per sfuggire agli assassini talebani cercano di trovare rifugio in Occidente che si sta organizzando per un’deguata accoglienza.
Solidarietà e disponibilità da parte dei governi europei e delle numerose associazioni no profit.
Come sovente accade le note stonate non mancano mai.
Ora è la volta del consigliere regionale pd la 35enne somala e pisana d’adozione che in un’intervista al Tirreno ha rilasciato dichiarazioni che hanno sconvolto persino i dirigenti del suo stesso partito.
Avvocata, eletta nelle liste Pd membro della commissione Pari opportunità della Regione Toscana: Nura Musse Ali avrebbe avuto tutte le carte in regola per costruirsi attorno la figura della santina buonista in salsa dem.
E invece ha deciso di mettere in imbarazzo anche il suo partito, dichiarandosi “a favore del ritorno del regime talebano” in un’intervista inquietante al quotidiano Il Tirreno.
Per la legale la vittoria degli islamisti sarebbe “una tappa obbligata della storia, affinché finalmente” l’Afghanistan inizi “il proprio lento cammino verso un’interpretazione evolutiva delle sue leggi e la maturazione del concetto di vita politica e sociale”.
Una sua personale strana teoria: per rivedere l’alba, gli afgani devono sprofondare nel buio.
In effetti, Musse Ali dice di non condividere il modus operandi dei talebani. Ma allora perché la responsabile delle Pari opportunità in Toscana si rallegra del loro ritorno?
La sortita è stata talmente infelice da aver costretto Simona Bonafè, segretaria regionale del Pd, a prendere le distanze dalla pupilla del partito, bersagliata dagli attacchi della Lega.
Raimondo Adimaro
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