L’enoarte di Elisabetta Rogai per il G20 dell’Agricoltura
In occasione del G20 dell’Agricoltura, che si svolgerà a Firenze il 17 e 18 settembre 2021, il Comune di Firenze e l’associazione Le Donne del Vino promuovono “Territori, arte e cultura del vino a Palazzo Vecchio – L’enoarte di Elisabetta Rogai”, mostra personale dell’artista fiorentina nota a livello nazionale e internazionale.
L’esposizione, che si terrà in Sala d’Arme di Palazzo Vecchio dal 3 al 18 settembre 2021.
Strettamente connessa ai temi della riunione internazionale, la mostra di Elisabetta Rogai aggiunge un tocco di creatività e femminilità al programma di incontri organizzati dalle “Donne del Vino” e testimonia fino a che punto arte e vino possono incontrarsi, toccarsi e fondersi fino a diventare complici di un successo.
Inoltre per la Rogai si tratta di un debutto nella monumentale e suggestiva Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, il cuore della “casa civile” dei fiorentini, dove fino al 18 settembre, con ingresso libero, saranno visibili una trentina di opere di Elisabetta Rogai realizzati con la tecnica della “Enoarte”.
Di dimensione variabile, le tele sono state realizzate tra il 2011 – anno in cui l’artista concepì questa nuova tecnica di espressione artistica – e il 2021; i soggetti prediletti sono femminili, donne dai lunghi capelli, in momenti di riflessione e sogno, ma anche cavalli dalle criniere al vento, aquile, falchi.
Tra le tele presenti in mostra, vi sarà anche il Dante infernale, dipinta con vino e colore rosso a olio realizzato dalla Rogai nell’anno che si celebra il 700° anniversario della morte del Sommo Poeta.
Nasce nel 2011 la cosiddetta “Enoarte” di Elisabetta Rogai, risultato di un’intuizione: sulla tavolozza, infatti, il vino diventa arte grazie alla tecnica di fissaggio naturale adottata dall’artista, cioè i colori non sbiadiscono oltre una certa soglia.
Dunque il vino invecchia sulla tela passando dalle cromie tipicamente giovanili a quelle caratteristiche della maturità.
In cantina questo processo richiede anni, mentre sulla tela la trasformazione della nouance si avvia già dopo un mese e si completa nei mesi successivi.
Dopo alcuni anni di sperimentazione della tecnica pura, Elisabetta Rogai ha utilizzato anche l’aceto balsamico dando il via a un nuovo capitolo dell’“Enoarte”, unendo alla pittura con il vino, anche quella di colori a olio, spesso per creare dei contrasti cromatici inattesi, per rendere più luminoso un lavoro o per ottenere maggiore pathos nella raffigurazione.
E siccome, come ogni artista, non smette mai di sperimentare e ricercare, unitamente al vino e ai colori a olio nelle sue opere pittoriche più recenti compare spesso un tratto deciso, il color “rosso Pozzuoli”, che mette in evidenza il soggetto e dà ancora più risalto alla tela dipinta.
Elisabetta Rogai è una degli artisti contemporanei toscani di maggior successo a livello nazionale e internazionale.
Il suo Astrid, dipinto nel 2006 con il Chianti Classico, è diventata l’etichetta della bottiglia del vino ufficiale del semestre della Presidenza dell’Unione Europea.
In 50 anni di attività ha all’attivo una serie di mostre: a Washington, Los Angeles, Hong Kong, Cannes, Roma, Milano, Venezia, Siena, Pietrasanta, Forte dei Marmi, Firenze, è stata nominata “Artista dell’anno” dalla sudamericana Friends of Arts Foundation.
Il Corriere della Sera ha scelto un suo dipinto per la prima pagina del giorno inaugurale di Vinitaly 2015.
Nello stesso anno – anche dell’Expo milanese – l’Artista dipinse il Drappellone del Palio di Siena (Palio dell’Assunta del 16 agosto) con quattro diversi vini rossi del territorio senese, vivendo un’emozione «mai così forte in tutta la mia vita» ha rivelato in seguito.
Sempre con il vino ha realizzato l’immagine di Cio Cio San, la protagonista dell’opera lirica Madama Butterfly, donata nell’estate 2020 alla Fondazione Festival Pucciniano.
Rogai dipinge usando esclusivamente vino rosso al posto del colore, una tecnica unica che apre un nuovo rapporto con la materia e la natura.
Il vino si fissa sulla tela e poi invecchia esattamente come farebbe nelle bottiglie passando da tonalità rosso porpora a rosso ambrato, infine il processo si arresta mantenendo la luminosità delle tinte.
I suoi dipinti hanno qualcosa di vivo che conferisce nuovo fascino alle immagini che hanno riferimenti artistici contemporanei.
la Redazione
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