Finlandia Islanda e Danimarca i paesi più felici al mondo
Nonostante il 2020 si possa definire a causa della pandemia di Covid19 a livello mondiale come l’anno più negativo e atipico dal 1945, una delle classifiche più controverse tra le tante esistenti non appare molto cambiata.
Si tratta di quella dei Paesi più felici.
E ancora una volta a risultare ai primi posti sono gli stessi, ovvero i Paesi dell’Europa Centro-Settentrionale.
In particolare il Paese più felice del mondo è la Finlandia, come nel 2019, ottenendo un punteggio di 7,889 punti su 10.
Seguita sul podio dall’Islanda e dalla Danimarca con 7,575 e 7,515.
La prima era in precedenza al quarto posto e ottiene quindi un miglioramento, mentre per la Danimarca c’è una discesa dal secondo posto dell’anno precedente.
A compilare questa classifica è il Sustainable Development Solutions Network.
Si tratta di un’iniziativa lanciata nel 2012 sotto gli auspici delle Nazioni Unite e che raccoglie vari centri di ricerca e associazioni con lo scopo di accompagnare lo sforzo globale nel raggiungimento dei Sustainable Development Goals, gli obiettivi nel campo dello sviluppo sostenibile che l’Onu si è data.
Si tratta di traguardi nell’ambito del clima, della speranza di vita, della lotta alla povertà, della mortalità infantile, dell’istruzione, e molto altro ancora.
Per costruire il punteggio riguardante la felicità si utilizzano i dati delle rilevazioni fatte da Gallup, uno degli istituti demoscopici più famosi e antichi al mondo.
Viene chiesto a un campione di cittadini di ogni Paese come giudicano la propria vita in una scala da zero a 10.
Dato importante: a essere utilizzate sono nello specifico le risposte date tra il 2018 e il 2020, quindi solo una parte sono quelle fornite durante la pandemia.
Dopo Finlandia, Islanda e Danimarca il Paese più felice del mondo risulta essere la Svizzera, che nel 2019 era al terzo posto, e poi i Paesi Bassi, che guadagna una posizione. Seguono Svezia, Germania, Norvegia.
Ma è la Germania che in questa classifica risulta essere quella che mette a segno i più grandi miglioramenti in un solo anno.
Passa da un punteggio di 7,076, che le era valso il 15esimo posto, a uno di 7,312, che significa un 7esimo posto.
E l’Italia? Siamo ben lontani dall’essere il Paese più felice del mondo, ma c’è un miglioramento rispetto al 2019. Passiamo dal 28esimo al 25esimo posto.
Per la precisione da un punteggio di 6,387 a uno di 6,487. Certo, veniamo superati da moltissimi Paesi nostri vicini e con cui ci paragoniamo.
Oltre che dalla Germania, dalla Francia, al 20esimo posto, e dalla Spagna, appena sopra di noi al 24esimo.
Tra gli altri grandi Paesi gli Usa sono al 14esimo posto, in miglioramento di due posizioni, e il Regno Unito al 18esimo.
Non può stupire molto che invece in fondo alla classifica mondiale vi siano lo Zimbabwe e la Tanzania, al 95esimo e al 94esimo posto.
Metà dei Paesi però, in particolare quelli a reddito inferiore, non rientrano nella ricerca.
Troppo difficile sondare in modo efficace i suoi cittadini.
Il Sustainable Development Solutions Network si è naturalmente anche posto il problema di indagare cosa determini il punteggio di un Paese e come cambi in base al reddito, all’aspettativa di vita, alla generosità diffusa, al supporto sociale, alla percezione della libertà, della mancanza di corruzione.
Questi sono, secondo i ricercatori che scrivono il report, gli ambiti di indagine che incidono di più sulla felicità di una popolazione.
Così per esempio emerge il fatto che la mancanza di corruzione e l’aspettativa di vita influiscono più che in ogni Paese a Singapore.
Così come l’aspetto della generosità diffusa è più presente in base alle ricerche in Indonesia e Myanmar, ma queste realtà sono molto indietro in classifica.
Mentre il reddito pro capite è più determinante nel Lussemburgo, che però è ottavo nel ranking, e non primo.
Questo perché la presenza molto marcata di un fattore può essere compensata dall’influenza inferiore di un’altra.
E poi c’è la componente non spiegabile, che per molti Paesi è rilevante.
E soprattutto nei Paesi africani è quella che in realtà determina più della metà del punteggio raggiunto, visto che le condizioni di vita materiali non giustificherebbero secondo il modello ufficiale il raggiungimento del grado di felicità che il sondaggio rivela.
Perché evidentemente in tanti soprattutto nel Sud del mondo si sentono più felici di quanto i soli indicatori statistici sul reddito o sulla salute farebbero immaginare.
E almeno questa è una buona notizia
I dati si riferiscono al 2020 Fonte: Sustainable Development Solutions Network
Claudua Treves
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