Primi segnali positivi per il turismo tornano gli americani
Cominciano a tornare i turisti americani, ma il cammino è ancora lungo: gli operatori li stanno aspettando a braccia aperte, contando che le nuove norme sugli ingressi negli Usa e la flessione della curva dei contagi, con il procedere della campagna di vaccinazione, facciano ripartire il mercato più ricco e ambito.
“I turisti americani si riaffacciano: non possiamo parlare di flussi ma vedere che il mercato si sta riaprendo è già un successo. Li aspettiamo a braccia aperte”, afferma la presidente di Federturismo, Marina Lalli. Per le mete in Oriente, fa notare, “sussistono ancora tante limitazioni e riuscire a riaprire il canale è per i nostri operatori un respiro di sollievo”.
“Ci sono segnali positivi dal mercato turistico americano ma il vero banco di prova sarà a primavera”, sottolinea il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, secondo cui c’è “sicuramente un miglioramento negli arrivi da Oltreoceano rispetto all’anno scorso ma si tratta ancora di numeri risibili. Registriamo però un grandissimo interesse per l’Italia per la primavera 2022. Siamo ottimisti e le nostre speranze sono riposte nel mercato Usa che è il primo per le città d’arte per l’aspetto numerico e per il livello di spesa”.
All’inizio dell’estate con i voli covid free vi è stata una boccata d’ossigeno ma di breve durata.
Ora, con le nuove norme, ci aspettiamo che possano veramente tornare perché gli americani sono turisti alto spendenti, che lasciano sul territorio una quota giornaliera superiore agli altri turisti.
“C’è un grande desiderio tra i cittadini statunitensi di tornare a viaggiare: i nostri operatori li aspettano con trepidazione”, conferma Ivana Jelinic, presidente della Fiavet. “In estate abbiamo visto numeri ridottissimi, sono venuti pochi temerari. Da novembre dovrebbero riaprire ma non aspettiamoci i dati pre-pandemia. Ci sarà un ritorno ma non in forma massiccia, piuttosto una normalizzazione progressiva”.
In estate sono venuti dagli Usa turisti individuali, non quelli abituali che conoscono il Paese. E non sono mai tornati i gruppi. Negli anni pre Covid gli arrivi ammontavano a 4,4 milioni.
L’estate è stata positiva grazie al turismo domestico ed ora il banco di prova è la stagione autunnale per la ripartenza delle città d’arte: qui farebbe la differenza il turismo Usa che è di fascia alta, auguriamoci che gli arrivi dagli Stati Uniti ripartano il prima possibile.
Il turismo americano è importantissimo e potrebbe tornare anche nelle località sciistiche, quelle a 5 stelle.
Gli americani subiscono molto il fascino del made in Italy e l’immaginario della ‘Dolce vita’ continua a fare presa.
Ma ora si tratta di prepararsi alle nuove esigenze: le mete resteranno quelle tradizionali ma i turisti saranno più attenti a condizioni sanitarie e igieniche.
Le strutture rinnovate, che hanno avuto la forza e il coraggio di investire, ora possono avere una marcia in più, un vantaggio competitivo importante nei prossimi mesi.
Il fatto che stiamo raggiungendo livelli di vaccinazione ragguardevoli aiuterà il mercato a rassicurarsi.
E la narrazione dell’Italia durante la pandemia?
Ne siamo usciti bene siamo stati il primo Paese colpito dopo la Cina, siamo stati in difficoltà ma poi abbiamo dimostrato di saper gestire la situazione meglio di altri.
Anche in quest’ultimo periodo, siamo visti come il Paese che si sta rialzando, che ha progetti, che consegue eccellenti risultati nello sport, nella musica, che dà garanzie anche a livello politico.
La percezione è un po’ mutata: un Paese bello per divertirsi ma anche capace di fare uno scatto di reni per riorganizzarsi.
Arnaud Daniels
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