L’Italia il bengodi dei trafficanti di esseri umani
Siamo diventati un caso unico europeo.
Mentre tutti gli altri Paesi chiudono le frontiere all’immigrazione illegale, sia quella dalla Bielorussia, sia quella dal Mediterraneo, il governo italiano, con Luciana Lamorgese al Ministero dell’Interno, tiene le porte spalancate.
Le rotte del Mediterraneo sono sempre meno battute dai trafficanti.
Tranne quelle del Mediterraneo centrale, che riguardano noi.
E anche nelle rotte del Mediterraneo centrale, gli sbarchi non avvengono a Malta, ma in Italia.
In aumento anche gli immigrati illegali che arrivano direttamente dalla Turchia via mare. I dati parlano chiaro: siamo il paradiso dei trafficanti di esseri umani.
L’apprezzamento espresso nelle scorse settimane da Mario Draghi nei confronti dell’operato del ministro dell’Interno, Lamorgese, sarà forse utile ad alimentare i contrasti con la Lega e le sue istanze prioritarie, ma continua a stridere con i dati dei flussi migratori illegali che risultano in crescita costante in Italia.
È lo stesso Viminale a indicare che da inizio anno al 1° ottobre sono sbarcati sulle coste italiane 46.391 clandestini, il doppio dello scorso anno e 6 volte di più rispetto al 2019, quando al Ministero dell’Interno sedeva, peri primi otto mesi dell’anno, Matteo Salvini, poi avvicendato il 5 settembre da Lamorgese.
L’incremento degli sbarchi sulla costa ionica della Calabria, su una rotta che vede i clandestini salpare dalle coste turche su imbarcazioni pilotate per lo più da scafisti ucraini, i flussi continui dalla Tunisia, l’arrivo di singole imbarcazioni con a bordo centinaia di migranti illegali dalla Libia e il costante arrivo in Sardegna di barchini provenienti dall’Algeria confermano che l’Italia è tornata a essere il “bengodi” di tutti i trafficanti di esseri umani del Mediterraneo.
Complice l’immobilismo dell’Europa ma soprattutto del governo di Roma, sordo persino alle pressanti richieste di parte della sua stessa maggioranza ad agire con fermezza per arginare i flussi che, secondo alcune stime, potrebbero superare quest’anno i 70mila sbarchi cui aggiungere almeno 15mila ingressi illegali dai confini orientali con la Slovenia.
Il 1° ottobre si è registrato un nuovo sbarco di 56 migranti illegali asiatici (per lo più iraniani, iracheni e siriani, tutti maschi) nella Locride, il terzo in tre giorni e il trentaseiesimo negli ultimi tre mesi e mezzo sulla rotta proveniente dalla Turchia.
Inutile aggiungere che non risultano essere in atto iniziative o pressioni dei ministeri di Esteri e Interni nei confronti di Ankara per pretendere maggiori controlli sulla partenza di queste imbarcazioni (spesso vecchi velieri turistici) e imporre ai turchi di riprendersi i clandestini giunti in Italia violando le leggi dei due Paesi.
I dati dei flussi clandestini al 30 settembre indicano ancora una volta che “il Mediterraneo centrale ha registrato l’aumento più elevato (+82%) di tutte le rotte migratorie nel corso del 2021”, si legge nella relazione sulla migrazione e l’asilo pubblicata dalla Commissione europea.
“Mentre il numero totale di arrivi a Malta nel 2021 è stato pari a 470, con un calo del 78% rispetto allo stesso periodo del 2020”, tale dato “dovrebbe essere visto nel contesto di un forte aumento” dei flussi “verso l’Italia, con oltre 41mila arrivi totali, quasi la metà dei quali dalla Libia”, si sottolinea nella relazione Ue.
Nell’agosto 2019 Malta ha firmato un accordo con Libia e Turchia i cui contenuti sono rimasti segreti ma che sembra prevedere l’intervento delle motovedette di Tripoli per riportare indietro le imbarcazioni di clandestini entrate nelle acque di competenza maltese e dirette verso l’Isola.
Sul “fronte libico” poteva andare molto peggio se la Guardia Costiera di Tripoli, assistita dall’Italia, non continuasse a svolgere con efficienza l’opera di contrasto all’immigrazione illegale che non viene attuato dalle autorità italiane.
Per intenderci, ogni settimana le motovedette libiche intercettano, soccorrono e riportano in Libia in media tra 800 e 1.000 migranti illegali come riferisce l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).
Dall’inizio dell’anno, secondo la stessa fonte, le navi di soccorso libiche hanno riportato indietro 25.285 persone contro gli 11.891 del 2020.
Dati che indicano una maggiore efficienza della Guardia Costiera libica (assistita e addestrata dalla Marina italiana, ma anche da quella turca), ma anche un rilevante incremento dei flussi migratori illeciti diretti in Italia.
“Anche la migrazione dalla Tunisia rimane elevata rispetto agli anni precedenti, rappresentando quasi il 40% dei migranti irregolari arrivati finora in Italia nell’anno in corso”.
Una percentuale rilevante ma che va approfondita con i dati del Viminale i quali indicano che i tunisini sbarcati illegalmente in Italia sono in realtà 12.835, circa il 28% del totale.
Ciò significa che dalle coste tunisine sono salpati numerosi migranti illegali di nazionalità diversa da quella locale, africani o asiatici dirottati in Tunisia dalla Libia.
Si tratta del 12% circa dei flussi clandestini arrivati in Italia da inizio anno a conferma di come la Tunisia stia diventando un “hub” rilevante dei trafficanti che gestiscono anche l’imbarco di stranieri, probabilmente in “franchising” con i trafficanti libici.
Del resto anche l’arrivo, a fine agosto e fine settembre, a Lampedusa di due grandi pescherecci con a bordo rispettivamente 539 e 686 migranti illegali indica che le organizzazioni criminali cooperano strettamente tra loro per diversificare i luoghi di partenza e reperire grandi pescherecci su cui stipare il maggior numero possibile di clandestini.
“Un’altra tendenza significativa è l’aumento dei migranti che arrivano direttamente in Italia” senza dunque passare per le navi che svolgono attività di ricerche e soccorso in mare, precisa la relazione della Commissione Ue.
Quanto alla rotta dalla Turchia alle coste ioniche italiane il rapporto europeo rilevava al 30 settembre “un aumento del 208% degli arrivi direttamente dalla Turchia verso l’Italia, con 6.175 (oggi sono già oltre 6.300) clandestini nel 2021 rispetto ai 2.007 nel 2020”.
Con il bel tempo degli ultimi giorni sono ripresi anche gli arrivi dei barchini algerini in Sardegna con 11 sbarcati nei giorni scorsi sul litorale di Pula (Cagliari).
Nell’esecutivo, le pressioni della Lega non sembrano riuscire a determinare un maggiore dinamismo del governo e del ministro dell’Interno.
“Lamorgese, che lavora così bene, ne ha fatti sbarcare quasi 50mila. Intanto io il 23 ottobre vado a processo per aver fatto il mio dovere” ha dichiarato non senza ironia il leader della Lega mentre il sottosegretario al Viminale, Nicola Molteni, ha ancora una volta rivendicato i decreti sicurezza approvati nel primo governo di questa legislatura.
“Strumenti nati per arginare un’immigrazione senza regole e una presunta integrazione che non ha tutelato e reinserito i veri profughi ma semplicemente alimentato un sistema di accoglienza che ha arricchito pochi e non tutelato i bisognosi.
I decreti Salvini sono stati uno strumento per ridurre sbarchi, per evitare invisibili, fantasmi e marginalizzati sui territori e contenere i costi della finta accoglienza. Cancellarli è stato un errore”.
In un simile contesto l’Italia, ormai l’unica nazione ad accogliere chiunque arrivi da qualsiasi rotta e abbia pagato criminali per raggiungerla, si candida a restare la meta più ambita, perché la più abbordabile, per tutti i clandestini afro-asiatici.
Salvarico Malleone
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