Il Premio Nobel bisogna solo saperselo meritare
A Stoccolma il merito come unico criterio di valutazione.
Nessuna quota di genere per favorire le donne ai Premi Nobel. Continueranno a essere selezionati e selezionate, per abilità e competenze, solo coloro che avranno fatto le scoperte più importanti.
A ribadirlo è Göran Hansson, il segretario generale dell’Accademia reale svedese delle scienze, all’agenzia stampa Afp.
Lo scienziato esclude l’introduzione di «quote per genere o per etnia» e sottolinea che il prestigioso riconoscimento dovrà essere destinato «ai più meritevoli».
Respinge così l’idea di inserire misure per facilitare il mondo femminile.
Il motivo? L’eventuale possibilità di diminuire la legittimità dei vincitori o delle vincitrici.
Eppure, dal 1901, anno in cui è stato introdotto il premio, su 975 Nobel consegnati, solo 59 sono andati alle donne. In percentuale: poco più di 6 vincitrici su 100. Grazia Deledda, Nobel per la letteratura nel 1926, e Rita Levi-Montalicini, Nobel per la medicina nel 1986, sono le sole 2 italiane premiate.
L’unica a riceverlo nel 2021 è la giornalista filippina Maria Ressa, che insieme al giornalista Dmitry Muratov, è stata insignita del Nobel per la Pace.
A Marie Curie, prima donna ad aver ottenuto il prestigioso riconoscimento, le è stato assegnato due volte: nel 1903 vince il Nobel per la fisica, nel 1911 quello per la chimica.
“È triste che ci siano così poche donne vincitrici del premio Nobel e ciò riflette le condizioni ingiuste nella società, in particolare negli anni passati ma ancora esistenti – dichiara Hansson–. C’è ancora altro da fare».
Così incoraggia scienziate e intellettuali: «L’Accademia assicurerà che tutte le donne meritevoli abbiano un’equa possibilità di essere valutate».
Secondo il capo dell’Accademia svedese delle scienze, il numero delle donne classificate tende ad aumentare negli anni. Ricorda Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna, vincitrici del premio in chimica, e Andrea Ghez,
Nobel per la fisica nel 2020, Goran Hansson, quindi cita la premiata nel 2019 in scienze economiche Esther Duflo.
«Solo il 10% dei professori di scienze naturali nell’Europa occidentale o nel Nord America sono donne, e anche meno se vai nell’Asia orientale», precisa.
I pregiudizi invisibili nelle accademie che assegnano i punti, fa notare lo scienziato, rappresentano un problema reale.
Ribadisce dunque la necessità di assicurare la presenza delle donne nei comitati.
Quindi fa un appello: «La società ha bisogno di aiutare. Necessitiamo atteggiamenti diversi nei confronti delle donne che si iscrivono alle scienze».
Salvarico Malleone
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