L’edizione Special Vinitaly è un forte segnale di ripresa
La luce è quella di sempre, dorata e discreta che illumina Verona e l’Arena.
Le navette che collegano il centro città al quartiere fieristico viaggiano con posti liberi.
Pochi negozi hanno esposto bottiglie di vino nelle vetrine.
All’ingresso in fiera si entra con facilità, dopo aver mostrato il green pass.
Dentro appare tutto ordinato e pulito: non ci si sbatte addosso come nella frenetica quattro giorni di aprile.
L’edizione Special Vinitaly ha voluto testimoniare la gran voglia di riprendere a camminare in attesa della prossima 54a edizione.
Un riavvicinamento a tappe.
I padiglioni aperti sono tre, quelli centrali – 4, 5 e 6.
Al completo la formazione veneta che occupa gran parte del padiglione 6, ma non mancano consorzi e cantine un po’ da tutta Italia.
Nei corridoi si parla molto italiano con una discreta presenza d’Europa, più difficile imbattersi in americani e asiatici.
È un’edizione in cui si parla e si analizza molto in prospettiva futura con ottimismo.
C’era e c’è tanta voglia di ripartire, un’edizione importante e probabilmente più elitaria rispetto alla formula classica, grazie ad un pubblico selezionato, un format più concentrato su tre giorni.
Un’occasione per ritrovarsi, quindi, ma anche un motivo per rimettere il mercato al centro del nostro lavoro.
Questa edizione ha sorpreso positivamente i partecipanti nonostante alcuni Paesi buyer fossero poco rappresentati a causa delle restrizioni, si è rivelata molto interessante e con operatori della domanda italiana ed estera molto ben profilata.
Il futuro del Vinitaly è sempre più professionalizzante: un hub fisico e digitale al servizio delle imprese e connesso con la domanda mondiale di vino.
Oltre 12.000 gli operatori professionali, più di 2500 i buyer (circa il 22% del totale) e 60 le nazioni rappresentate.
Un risultato al di sopra delle aspettative.
Aziende, consorzi, associazioni agricole e di filiera e operatori hanno premiato il progetto di questa iniziativa business che ha registrato un elevato tasso di contatti e di vendite.
Per quanto riguarda la mappa dei Paesi presenti, Europa (con i Paesi del Nord, Germania e Francia in testa), Russia, Stati Uniti e Canada guidano la domanda di vino italiano in fiera, seguiti da Est Europa (Romania, Ucraina, Polonia, Bielorussia, Bulgaria e Repubblica Ceca), Regno Unito e Cina, che ha fatto il suo ritorno a Verona.
Una geografia perfettamente allineata con i dati di crescita che, nei primi 7 mesi di quest’anno, hanno rilevato complessivamente un rimbalzo del 15% sullo stesso periodo dell’anno scorso.
Una Special Edition altamente qualificata, grazie anche al supporto di Ice-Agenzia con operatori esteri provenienti dalle aree in cui il vino italiano sta crescendo in maniera significativa.
Ora le risorse sono indirizzate per realizzare un grande 54° Vinitaly: l’appuntamento è dal 10 al 13 aprile.
Piero Vernigo
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