La filiera agroalimentare vale 575 miliardi
Agroalimentare da record: la filiera italiana del cibo vale 575 miliardi e produce quasi un quarto del Pil nazionale.
E’ emerso dal XIX Forum dell’Agricoltura e dell’ Alimentazione organizzato da Coldiretti e Ambrosetti. Alimentare, bandi da 1,5 miliardi per attivare contratti di filiera. Coldiretti: al via i primi finanziamenti da 110 milioni e la seconda tranche da 35o milioni PNRR
Prandini: è l’unico strumento per redistribuire il valore tra produttori agroalimentari
Un miliardo e mezzo per i prossimi 4 anni in grado di attivare investimenti complessivi per 3 miliardi di euro.
È il budget dei contratti di filiera, gli accordi pluriennali tra i rappresentanti dei differenti anelli del processo produttivo agroalimentare – settore da 575 miliardi di euro – con definizione delle tempistiche di fornitura e dei prezzi e che possono garantire continuità negli approvvigionamenti alle industrie di trasformazione e stabilità nei redditi agli agricoltori.
Una modalità sulla quale l’Italia, con le prime pionieristiche iniziative, sta facendo anche da apripista in Europa e che in prospettiva, se applicata su vasta scala, può davvero rappresentare una svolta in termini di modernizzazione dell’agricoltura made in Italy.
Se ne è parlato ieri nel corso del Forum internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione organizzato a Roma da Coldiretti in collaborazione con The European House -Ambrosetti e moderato dal direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini.
Uno strumento quindi di grande importanza sia in prospettiva futura che per affrontare le crisi congiunturali e che mai come in questo frangente può contare su una cospicua dotazione di risorse: beni,2 miliardi stanziati nell’ambito del Pnrr (fino al 2026) cui si aggiungono altri no milioni di euro previsti dalla Legge di Bilancio per i distretti.
Risorse sulle quali inoltre è già stata negoziata a Bruxelles, e fino a un tetto di 2 miliardi, la deroga in materia di aiuti di Stato come previsto da diverse misure del Recovery Plan.
I io milioni di euro previsti dalla Legge di Bilancio dovrebbero invece essere messi a bando a breve dal ministero per le Politiche agricole come risulta che sia già stata decretata e quindi in rampa di lancio una prima tranche da 350 milioni di fondi stanziati dal PNRR.
Risorse messe a bando andranno a cofinanziare i progetti presentati con percentuali che, a seconda delle aree del paese in cui sono localizzati, oscilleranno tra i140 e il 50% dell’investimento e nel caso di progetti presentati da giovani e in aree svantaggiate potranno arrivare fino alla soglia del 70%.
“A completare il quadro dei finanziamenti – spiega il responsabile delle filiere di Coldiretti, Alessandro Apolito – vanno inoltre aggiunte le risorse del bando Ismea da 6o milioni che punta a intervenire nell’equity delle imprese delle differenti filiere”.
Aspetto da chiarire riguarda quegli accordi tra industrie e produttori agricoli già in essere da qualche anno come quello nel settore delle carni tra Inalca con 3o allevatori, nel settore della pasta con capofila Barilla e grano Armando, nel settore del tabacco con le intese promosse da Philip Morris e Jti, nel settore dell’olio d’oliva con Unaprol, nell’ortofrutta fino all`intesa presentata ieri al Forum tra alcune industrie della Bresaola (Rigamonti, Fratelli Beretta, Del Zoppo e Panzeri) e gli allevatori della Coldiretti per arrivare a produrre Bresaola con carni 100% italiane.
“Si tratta di accordi privati – ha aggiunto Apolito – che non sono ancora contratti di filiera ma che sono in pole position per diventarlo. Come Coldiretti stiamo studiando ulteriori intese nei settori del vino, della birra. e della frutta esotica per creare una filiera del manco 100% italiano”.
“Molte grandi aziende italiane – ha commentato il consigliere delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia hanno finalmente colto le grandi opportunità che ci sono nella filiera per supportare la propria supply chain, ovvero la possibilità di assicurarsi continuità nelle forniture”. “I contratti di filiera – ha aggiunto il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – sono l’unico strumento per redistribuire il valore all’interno del processo produttivo agroalimentare, dando più certezze al mondo agricolo che per alcune produzioni sta vivendo periodi di grande difficoltà e assicurando alle industrie certezza nelle forniture grazie a una pianificazione pluriennale”.
Claudia Treves
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