Un condono fiscale ogni 2 anni a partire dal 1861
Il condono fiscale varato dal governo Draghi è diventato realtà. Il decreto Sostegni 2 ha deciso la cancellazione delle cartelle esattoriali risalenti al periodo tra il 2000 e il 2010, che devono essere, però, di importo non superiore a 5mila euro. E la conferma è arrivata anche dalla circolare dell’Agenzia delle Entrate.
Lo stesso Draghi ha ammesso che si tratta di un condono, ma ha aggiunto che sono multe non pagate, e che verranno cancellate solo le cartelle esattoriali di chi ha un reddito inferiore ai 30mila euro all’anno.
Prima di scandalizzarsi (o gioire, a seconda se il lettore ha pagato o no le multe) bisogna guardare indietro: alla storia. Alla storia fiscale italiana, che è lastricata di condoni fiscali: ce ne sono stati infinitamente di più di quanto ci si aspetti.
Non sono affatto un fenomeno recente anche se quelli degli ultimi anni hanno fatto più “rumore”.
Certo, spesso vengono definiti in modo fantasioso come, appunto, lo “strappacartelle”, oppure “scudo fiscale” o anche “sanatoria”, ma il concetto è sempre lo stesso: chi non ha pagato viene in qualche modo salvato dallo Stato che rinuncia ai soldi salvo poi tuonare contro l’evasione fiscale.
Lo Stato negli ultimi anni grazie alla “cosiddetta” lotta all’evasione fiscale ha incassato diversi miliardi. “Cosiddetta” tra virgolette perché, in realtà, solo una minima parte è frutto di ispezioni, accertamenti e incassi.
Nella maggior parte dei casi si tratta di riscossione avvenuta attraverso il semplice invio delle cartelle esattoriali.
Quindi si tratta di soldi che il cittadino (o l’impresa) sapeva di dover pagare perché li ha dichiarati e non li ha pagati, ma si è messo in regola dopo il sollecito dell’ amministrazione fiscale.
Vi è poi una quota ottenuta dallo Stato attraverso i condoni fiscali.
Si tratta, infatti, di condoni anche se sono passati sotto altre formule come, per esempio “scudo fiscale”. In ogni caso è una violazione delle regole.
Ma, come abbiamo detto, i condoni non sono affatto storia recente. Il primo condono fiscale nella storia d’Italia risale ad appena 4 mesi dopo l’Unità d’Italia. E da allora è stato un crescendo rossiniano fino a raggiungere l’incredibile cifra di 82.
Ottantadue condoni in 148 anni di storia d’Italia significa che mediamente quasi ogni due anni lo Stato decideva di abbuonare tasse o sanzioni.
Ma il conto della Banca d’Italia si ferma al 2009, al tempo del primo scudo fiscale.
Questo significa che mancano tutti gli altri condoni degli anni successivi. Ma anche tenendo conto solo del conteggio di Via Nazionale risulta che ogni due anni, in media, in Italia è stato varato un condono.
Chiamarlo “scudo fiscale” è un dettaglio.
Dal 1861 al 1972 non si può, tecnicamente, parlare di veri e propri condoni fiscali i quali consistono nella possibilità data al contribuente di non pagare delle tasse o delle imposte dovute per legge.
Tecnicamente si può parlare di sanatorie fiscali perché al cittadino è stata data la possibilità, appunto fino al 1972, di non versare sanzioni e/o interessi su tasse e imposte comunque pagate.
Dopo quella data si è passati direttamente ai condono fiscale vero e proprio.
Negli Anni ’80 viene inventato il condono fiscale (in realtà qualche anno prima) che, in diverse forme, con diversi metodi e con diversi “paletti” viene utilizzato un po’ da tutti i governi che si sono succeduti fino ad oggi. Come detto, perfino il governo di Mario Draghi ne ha varato uno.
Tra il 1980 e il 2010 lo Stato grazie a queste sanatorie ha incassato 62,5 miliardi di euro con una media di 2,1 miliardi l’anno con un picco di 17,6 miliardi incassati nel 2003.
Per essere precisi, il primo condono fiscale vero e proprio risale al governo Rumor del 1973.
Il motivo non era tanto la necessità di fare cassa per abbattere il debito pubblico, ma quello di varare una pace fiscale con gli italiani dato che proprio in quell’anno è stato introdotto un nuovo regime fiscale che prevedeva l’introduzione di alcune tasse e la scomparsa di altre.
Passano 10 anni e a varare il condono fiscale ci pensa Giovanni Spadolini. nel 1984, appena due anni dopo, il governo Craxi introduce un tipo particolare di condono fiscale, il condono fiscale edilizio.
Nel 1991 il governo Andreotti emette un altro condono fiscale e poi un altro poco dopo, nel 1995 con il governo Dini in carica.
Nel 2003 Silvio Berlusconi approva un condono fiscale e un condono edilizio.,
Nel 2009 di nuovo il governo Berlusconi introduce una nuova forma di condono fiscale, chiamato “scudo fiscale”.
I dati si riferiscono al: 1861-2018 Fonte: Banca d’Italia
Arnaud Daniels
Commenti
Un condono fiscale ogni 2 anni a partire dal 1861 — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>