“Del bene e del male: nuove riflessioni per lo sviluppo spirituale e l’armonia sociale”
La “Settimana mondiale dell’armonia interreligiosa” 2022 è stata un’occasione per un incontro online sul tema “Del bene e del male: nuove riflessioni per lo sviluppo spirituale e l’armonia sociale”.
LeMeridie.it ha organizzato questo webinar con il patrocino dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana. Sono stati invitati a discuterne lo scrittore e giornalista Stefano Davide Bettera, il Ministro della Chiesa di Scientology Luigi Brambani, lo storico delle religioni e orientalista Prof. Silvio Calzolari, il direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana Prof. Don Stefano Grossi, il presidente della COREIS Comunità Religiosa Islamica Italiana Imam Yahya Pallavicini. Ha moderato l’Ing. Giovanni Trambusti.
Gli interventi dei relatori sono stati preceduti da un breve e gradito saluto da parte di Bruno Galante, direttore e fondatore di LeMeridie.it.
Il contributo di Stefano Bettera, legato alla pratica buddista, ha avuto come punto centrale l’incontro con l’altro, il dialogo, l’assunzione di responsabilità per un rapporto che sta nascendo con chi ancora non si conosce. Ha sottolineato come gli schemi e pregiudizi ci portino a reagire giudicando dalle apparenze l’altra persona, quando invece si dovrebbe partire da un principio di non conoscenza e rispondere all’esperienza anziché reagire ad essa. Ha concluso commentando che il dualismo bene o male perde di significato e apre ad una dimensione di silenzio. Si tratta di un silenzio vuoto, che nel buddismo viene chiamato “vacuità”, un vacuo pieno di tutto che mette in relazione con l’assoluto e va ben oltre le categorie del bene e del male.
Luigi Brambani ha trattato il soggetto del giusto e dello sbagliato dal punto di vista della fede di Scientology. Il bene è tutto ciò che accresce, supporta, proteggere, migliora la sopravvivenza dell’individuo, della razza futura, del gruppo, dell’umanità, delle della vita nelle sue varie forme. Il male, all’opposto, è qualsiasi cosa che sia più distruttiva che costruttiva per i medesimi soggetti citati sopra. Il perché esiste il male è stato indagato da molti: il fondatore di Scientology, L. Ron Hubbard, ha studiato e trovato l’origine del male nella mente dell’uomo, o meglio in una parte di essa, la “mente reattiva”. Si tratta di una parte della mente sconosciuta, nascosta, irrazionale, sede di tutto il dolore e dell’inconsapevolezza accumulata nel corso dell’esistenza.
Il Prof. Silvio Calzolari ha avviato il suo discorso da dove lo aveva lasciato Stefano Bettera: per il buddismo l’origine del male risiede proprio nel mondo, che è illusione e vacuità. L’ignoranza è la radice del veleno nella mente di tutti gli uomini, l’istanza che fa scambiare all’uomo l’illusione per la realtà. Ha continuato sul tema commentando come nel buddismo il bene e il male sono relativi: non sono realtà monolitiche, metafisiche, esistenti nella loro integrità. Nel cuore di una persona può albergare il positivo e il negativo, tant’è che ci furono discepoli del Buddha che erano stati assassini, per poi diventare santi. Ha concluso parlando dell’illuminazione, uno stato di assoluta felicità che corrisponde a un vivere la vita perfettamente in armonia con il mondo, sentendosi parte integrante e fusi con il tutto.
Don Stefano Grossi ha esordito distinguendo quattro prospettive pragmatiche in cui Gesù sviluppa il tema del male: contrastare il male, prevenire il male, tollerare e accogliere il male, infine la Pasqua e la resurrezione quindi credere e sperare. Nel commentare la tolleranza del male, ha sottolineato che non si tratta di tollerare che il male venga fatto agli altri, ma solo di tollerare il male che viene fatto verso se stessi. Il male dell’altro può essere accolto positivamente per annientarlo dentro se stessi, con una potenza di amore e di benevolenza. Ha concluso ricordando la parabola del grano e della zizzania, narrata nel Vangelo secondo Matteo: i servi vorrebbero estirpare la zizzania dal campo, ma il padrone la fa crescere fino al momento della mietitura, momento in cui sarà fatta la distinzione. Questa è la situazione in cui vive l’uomo, con male e bene talvolta inestricabili.
L’Imam Yahya Pallavicini ha parafrasato un versetto sacro del Corano dove è contenuto un invito per i musulmani a ordinare il bene e a proibire il male, questo è il sommo fondamento diremo etico dei credenti musulmani. Ha ricordato che la Settimana Mondiale dell’Armonia Interreligiosa è stata in primo luogo proposta da Sua Maestà il Re di Giordania, Abd Allah II, notando come l’introduzione del termine “armonia” non venga dalla dottrina islamica bensì dalle dottrine dell’estremo oriente. Per l’Islam il sommo bene o il bene per eccellenza è la realtà, la verità, la presenza divina e quindi Allah. Questo è un principio assoluto che all’atto della creazione si è manifestato come amore sotto forma di un cristallo di luce, un raggio di luce chiamato “Nur Mohammadi”, rappresenta la luce primordiale, archetipica, essenziale, ontologica. Questo supera le dualità apparenti o contrapposte tra bene e male, nel raggio di luce primordiale non c’è presenza di male.
Dopo un breve dibattito finale, dove hanno trovato risposta alcune domande poste dal pubblico che ha seguito l‘evento su Zoom e sulla pagina Facebook di Le Meridie, la serata si è conclusa con l’auspicio che se ne possano tenere altre su temi di uguale profondità e importanza, anche a partire dai numerosi spunti emersi dalle parole dei relatori.
Il video dell’evento è visibile a questo indirizzo:
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