L’Occidente sanziona Putin, ma è la scelta migliore?
Le truppe di Putin avanzano e sono giunte a pochi chilometri dalla capitale ucraina. Kiev potrebbe essere occupata da un momento all’altro.
L’Ucraina è si è fatta circuire da promesse e garanzie ma oggi si trova da sola a combattere il colosso di Mosca.
Le diplomazie occidentali sono in fermento e alla ricerca di soluzioni che convincano, o costringano, Putin ad ordinare il cessate il fuoco.
Al pari degli Stati Uniti, l’Unione Europea ha approvato un “massiccio pacchetto di sanzioni” volto a colpire l’economia russa. Tuttavia, secondo alcuni opinionisti, colpire i miliardari vicini al capo del Cremlino, Vladimir Putin, potrebbe non essere la scelta migliore.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a margine del Consiglio europeo straordinario sull’Ucraina, svoltosi il 24 febbraio, ha annunciato l’imposizione di sanzioni contro Mosca, che ostacoleranno il suo accesso ai mercati finanziari più importanti.
Oltre a quello finanziario, sono stati colpiti i settori energetico e dei trasporti, mentre sono state imposte misure relative al controllo sulle esportazioni e alle politiche dei visti. Stando a quanto specificato, le conseguenze interesseranno circa il 70% del mercato bancario russo, così come “aziende statali chiave”, incluse quelle del settore della difesa.
Pertanto, a detta di Von der Leyen, aumenteranno gli oneri finanziari e l’inflazione, mentre la “base industriale” della Russia verrà gradualmente danneggiata.
“L’oligarchia (russa) non potrà più custodire i propri capitali nei paradisi fiscali”, ha spiegato la presidente della Commissione UE, aggiungendo: “Riterremo il Cremlino responsabile”.
Ursula von der Leyen ha fatto riferimento a sanzioni contro il settore petrolifero ed energetico, un’area economica chiave che, secondo la presidente, avvantaggia soprattutto lo Stato russo. In particolare, il divieto di esportazione impedirà a Mosca di ammodernare le proprie raffinerie.
L’UE ha poi deciso di vietare la vendita di aeromobili, pezzi di ricambio e attrezzature alle compagnie aeree russe e di limitare l’accesso della Russia a tecnologie cruciali, quali semiconduttori o software all’avanguardia. Circa le misure riguardanti i visti, diplomatici, gruppi affini e uomini d’affari non avranno più un accesso privilegiato all’Unione Europea.
Le misure, ha precisato la presidente, sono state stabilite di concerto con Regno Unito, Canada, USA, Norvegia, Corea del Sud, Australia e Giappone.
“L’unità è la nostra forza. Il Cremlino lo sa. Ha fatto di tutto per dividerci, ma non ci è riuscito, e ha ottenuto l’esatto opposto”, ha evidenziato Von der Leyen, secondo cui l’invasione dell’Ucraina da parte russa “segna l’inizio di una nuova epoca”.
“Putin cerca di sottomettere un Paese amico europeo, vuole riscrivere le cartine europee con la forza. Non potrà e non dovrà farcela”, ha affermato la presidente.
Tuttavia, secondo un ex corrispondente della BBC a Mosca, Angus Roxburgh, altresì consigliere del Cremlino, bisognerebbe porre fine alla “ossessione con le sanzioni contro gli oligarchi”. Tre sono le domande poste da Roxburgh: “Queste misure sono davvero le sanzioni giuste? Stanno prendendo di mira le persone giuste? E, soprattutto, hanno mai avuto alcun effetto sul comportamento di Putin?”.
A detta del consigliere, la risposta a tutte e tre le domande è no.
Imporre sanzioni contro gli oligarchi avrebbe scarso effetto sulla politica russa.
Alcuni degli individui bersagliati sono vicini a Putin, mentre altri lo aiuterebbero a nascondere la propria ricchezza in conti offshore, utilizzati per finanziare progetti da realizzare rapidamente, come le infrastrutture per le Olimpiadi di Sochi e un ponte verso la Crimea.
Tuttavia, si tratta di relazioni “a senso unico” che non consentono ai fedeli di Putin di influenzare le sue politiche, da cui, al contrario, devono rimanere fuori.
Come evidenziato da Roxburgh, la prova di ciò è che le sanzioni inflitte regolarmente agli oligarchi dal 2014 non hanno portato Putin a cambiare le proprie politiche. L’Occidente ha imposto sanzioni sulla Crimea, per l’abbattimento di un aereo passeggeri malese sull’Ucraina e per il tentato omicidio di Sergei Skripal a Salisbury.
Tuttavia, in nessun caso è stato visto un cambio di rotta da parte del presidente russo, il quale, invece, avrebbe ulteriormente intensificato il proprio odio verso l’Occidente.
Non da ultimo, mette in guardia l’ex corrispondente, le sanzioni economiche, incluso l’annullamento del gasdotto Nordstream II o la limitazione dell’accesso della Russia al sistema Swift, potrebbero provocare conseguenze per l’Europa stessa, prima fra tutte, un aumento dei prezzi dell’energia.
Alla luce di tali considerazioni, secondo Roxburgh, gli individui da prendere di mira sarebbero i membri della Duma o del Senato, i funzionari del consiglio presidenziale, ritenuti essere essenziali per l’elaborazione di leggi, oltre agli agenti dei servizi di sicurezza, i quali svolgono un ruolo cruciale nella realizzazione delle idee di Putin.
“Queste sono le persone da prendere di mira, perché quando le diverse migliaia di persone da cui Putin dipende effettivamente inizieranno a sentire le conseguenze delle sue politiche nelle loro vite personali, ci sarà un’ondata di malcontento”, afferma l’ex consigliere.
Poi prosegue: “La maggior parte di queste persone ama viaggiare in Europa e negli Stati Uniti. Educano i loro figli qui. Possiedono proprietà qui. I membri dell’élite russa, le loro famiglie e i loro bambini, amano gironzolare su yacht, piste da sci e ottimi hotel nell’Ovest, pubblicando foto di se stessi su Instagram”.
“Se viene loro negato il visto per recarsi in Occidente – se vengono effettivamente imprigionati in Russia – non ci vorrà molto perché il malcontento permei l’intera classe politica. Il messaggio per loro sarà chiaro: se vuoi goderti il tuo stile di vita occidentale, hai bisogno di un nuovo leader che rispetti i valori occidentali; fino ad allora, sei bannato”.
Von der Leyen e tutti gli altri politici europei hanno considerato il danno che ne deriverà alle aziende che esportano in Russia e che per molti questo mercato rappresenta una percentuale consistente dell’export?
Intanto migliaia di cittadini sono costretti a trovare rifugio negli scantinati e nei sotterranei.
la Redazione
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