Da Firenze sindaci e vescovi del Mediterraneo un deciso no alla guerra
I sindaci e i vescovi del Mediterraneo riuniti a Firenze per l’incontro organizzato dalla Cei “Mediterraneo frontiera di pace” lanciano un appello perché “comincino immediatamente i negoziati per la pace” tra Russia e Ucraina.
È quanto si legge nella “Carta di Firenze” firmata a Palazzo Vecchio.
“In questi giorni è in corso la guerra contro l’Ucraina. Un senso di dolore ha colto i vescovi e i sindaci, che insieme sperano che la violenza e l’uso delle armi possano fermarsi, si evitino grandi sofferenze al popolo ucraino e si comincino immediatamente negoziati per ricostruire la pace”.
L’appello è stato poi ribadito personalmente dal card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, nella conferenza stampa che ha concluso la sessione comune di lavori nel Salone dei 500 a Palazzo Vecchio.
“Non è una legge ma qualcosa di più, è un grande evento” questo documento, ha detto il porporato. “Il Signore ci ha fatto vivere un evento grande oggi. Era la prima volta che un gruppo di vescovi che rappresentano tutti i Paesi bagnati dal Mediterraneo e un gruppo di sindaci degli stessi Paesi – molti di questi sindaci di religione musulmana – hanno firmato insieme un’intesa”.
Una Carta, ha sottolineato Bassetti, che “contiene quella che è l’aspirazione dei popoli alla pace, alla libertà, all’uguaglianza dei diritti, alla giustizia. È un’intesa che sottolinea l’impegno per bene comune. Abbiamo scritto una pagina che è già il nostro futuro”.
Il cardinale ha poi evidenziato: “Qualcuno potrebbe dire, c’è una guerra in corso e voi fate cose parallele. Ma queste non sono solo parole, è un clima e perciò abbiamo detto il ‘no’ più decisivo alla guerra”.
Quindi il cardinale ha invitato alla preghiera. “Se tutti i credenti si mettono a pregare si crea un movimento di positività ed è la cosa più utile per ottenere da Dio la pace”.
“Pregare – ha ricordato con le parole di Giorgio La Pira – è più potente della bomba atomica”.
Alle sue parole si è unito il sindaco di Firenze. “Noi amiamo la sobrietà – ha detto Nardella – ma questa dichiarazione è una conquista storica, un punto di arrivo ma anche punto di partenza. Questi giorni ci hanno dato grande energia e abbiamo aggiunto un altro tassello alla pace. E perciò il nostro desiderio non è solo di portare queste dichiarazioni al Santo Padre, al quale auguriamo ogni bene per la sua salute, ma lo vogliamo portare anche ai leader internazionali, ai capi di stato e di governo. Cominceremo un pellegrinaggio perché questa dichiarazione comincia a vivere da oggi”.
Nella Carta di Firenze si afferma che “i vescovi e i sindaci hanno constatato i benefici che provengono dall’intensificare le collaborazioni nelle proprie città al fine di preservare la giustizia, rafforzare la fraternità e il rispetto di tutti i cittadini e le comunità culturali e religiose ivi presenti. Da questo proficuo e cordiale incontro, mai prima realizzato, essi hanno insieme convenuto su alcuni ideali e valori ai quali ispirare il futuro cammino, diminuire discriminazioni e violenze e aprire orizzonti di speranza delle giovani generazioni”.
Tutti insieme “riconoscono la diversità del patrimonio e delle tradizioni dell’area mediterranea come patrimonio condiviso per tutta l’umanità; l’importanza di un impegno educativo; la necessità di sviluppare maggiori opportunità di dialogo e di incontro costruttivo tra le diverse tradizioni culturali e religiose presenti nelle nostre comunità, al fine di rafforzare i legami di fraternità che esistono nella nostra regione”.
“L’importanza di creare programmi universitari comuni, il ruolo chiave della diplomazia a livello urbano nella promozione di uno sviluppo umano integrale e sostenibile basato sul rispetto della dignità e dei diritti fondamentali di ogni essere umano; l’importanza fondamentale del riconoscimento di un diritto universale alla salute e alla protezione sociale nell’area del Mediterraneo, in particolare a seguito della pandemia di COVID 19”.
“La necessità di implementare, quanto prima, soluzioni integrate per evitare cambiamenti climatici catastrofici. Il momento di agire è ora, al fine di preservare la qualità della vita per le generazioni a venire e conseguire un approccio ecologico integrale”.
Vengono poi sottolineate “l’opportunità di promuovere una vera trasformazione della società finalizzata all’instaurazione di una cultura della sostenibilità sociale, anche attraverso nuove forme di cooperazione tra decisori politici, scienziati, leader spirituali e culturali e leader del commercio”.
“L’importanza di promuovere opportunità di lavoro di qualità per le categorie svantaggiate, giovani e donne, e di favorire lo sviluppo economico e sociale dei paesi di origine dei migranti, anche attraverso programmi di cooperazione, volti in particolare alla tutela dell’infanzia”.
Quanto poi alle politiche migratorie nel Mediterraneo e alle frontiere, esse “devono sempre rispettare i diritti umani fondamentali”.
E si ricorda “la forte connessione esistente tra flussi migratori e cambiamento climatico, che colpisce in maniera accentuata il Mar Mediterraneo: fenomeni come la desertificazione, la deforestazione, il degrado del suolo stanno potenzialmente esponendo miliardi di persone a spostamenti di massa e migrazioni”.
Infine viene messa in evidenza “l’importanza del rafforzamento delle relazioni interculturali e interreligiose, al fine di raggiungere un livello più elevato di comprensione reciproca tra individui di diversa origine, lingua, cultura e credo religioso”.
La Carta contiene anche una serie di richieste.
“Che i governi di tutti i paesi mediterranei stabiliscano una consultazione regolare con i sindaci, con tutti i competenti rappresentanti delle comunità religiose, degli enti locali, delle istituzioni culturali, delle università e della società civile sulle questioni discusse in questa Conferenza”.
“Le città rivendicano il loro diritto a partecipare alle decisioni che influiscono sul loro futuro; che governi, sindaci e rappresentanti delle comunità religiose promuovano programmi educativi a tutti i livelli per realizzare una nuova solidarietà universale e una società più accogliente”.
“Che governi, sindaci e rappresentanti delle comunità religiose a promuovano iniziative condivise per il rafforzamento della fraternità e della libertà religiosa nelle città, per la difesa della dignità umana dei migranti e per il progresso della pace in tutti i paesi del Mediterraneo”.
Infine sindaci e rappresentanti delle comunità religiose invitano a dialogare e mobilitare risorse per uno sviluppo sociale ed economico sostenibile a favore della cooperazione internazionale, del dialogo interculturale e interreligioso, del rispetto di ogni individuo attraverso una più equa condivisione delle risorse economiche e naturali”.
Integrazione delle tradizioni religiose ed espressioni culturali; eliminazione delle cause della violenza e “regole certe e condivise per proteggere l’ecosistema mediterraneo al fine di promuovere una cultura circolare del Mediterraneo in armonia con la natura e con la nostra storia” sono le ultime richieste riportate nel testo. Ma non certamente le meno importanti.
Claudia Treves
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