L’Ucraina resiste e lo scettro di Putin scricchiola
A Mosca erano convinti di chiudere il dossier Ucraina con una blitzkrieg di poche ore, massimo pochissimi giorni e sul municipio di Kiev avrebbero fatto sventolare la bandiera russa.
Putin e la sua brigata hanno fatto calcoli errati, non hanno considerato la reazione del popolo ucraino e non hanno considerato l’atteggiamento fermo e deciso dell’Occidente per cui la sua poltrona comincia a scricchiolare.
I miliardari oligarchi amici del 70enne zar di Leningrado lentamente iniziano ad allontanarsi da colui che li ha favoriti nell’arricchimento, in Europa sono state sequestrate tutte le proprietà che i super ricchi posseggono a partire dalle mega ville per finire ai mega yacht ormeggiati nel Mediterraneo, oltre a conti correnti e immobili acquistati un po’ ovunque.
Cresce il malumore interno a partire dalle famiglie delle migliaia di soldati spediti al fronte a loro insaputa, inviati per una semplice “esercitazione” con il compito di uccidere o morire.
Intanto il rublo è stato deprezzato e da sabato 12 sarà attuato lo swift, ossia di essere escluso da qualsiasi operazione finanziaria internazionale, nei confronti di sette importanti istituti bancari russi.
Per arginare il diffondersi di notizie e informazioni da Mosca hanno oscurato Facebook e Twitter.
Come ogni dittatura che si rispetti hanno promulgato una legge che vieta la diffusione di notizie false e tendenziose, se un giornalista scrive o diffonde notizie sgradite all’apparato si procede immediatamente al suo arresto con il rischio di rimanere dietro le sbarre sino a 15 anni.
Di conseguenza tutti i media occidentali hanno provveduto a chiudere le redazioni moscoviti e a far rientrare giornalisti e dipendenti. Legge votata dalla Duma e approvata all’unanimità.
E così Rai. Mediaset, Ansa, Corriere della Sera, alla pari della Bbc, Cnn, Cbc (Canadian Broadcasting Corp), la radio televisione spagnola Rtve, la Bloomberg News e tante altre testate hanno sospeso le trasmissioni e i comunicati.
Ma il bavaglio all’informazione non riguarda solo i media occidentali, la Novaya Gazeta, uno dei rari quotidiani indipendenti russi il cui direttore Dmitrij Muratov nel 2021 era stato insignito del Premio Nobel per la pace, ha comunicato che sorvolerà sulle operazioni di guerra in Ucraina e non tratterà più gli argomenti che riguardano l’invasione i bombardamenti di quella nazione da sempre amica del popolo russo.
la Redazione
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