Grido d’allarme dell’arcivescovo di Taranto
«Le ragioni nazionali, e internazionali, rischiano di gravare su quelle locali, su una comunità disillusa perché da troppo tempo aspetta che quelle industriali siano coniugate con le ragioni ambientali».
Lo ha detto l’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, nell’omelia del precetto pasquale celebrato nello stabilimento siderurgico, commentando alcuni punti del decreto Energia.
«Di fronte al decreto Energia dei giorni scorsi abbiamo delle domande che non possono essere evase: si è parlato di abbandono del ciclo completo del carbone, ma al tempo stesso si torna a parlare di aumento della produzione dell’acciaieria tarantina, aumento della produzione che non può non incidere sulla salute dei tarantini. D’altro canto, l’azienda annuncia nuova cassa integrazione: meno lavoro per tutti».
Mons. Santoro si è soffermato poi sul programma delle bonifiche e ha definito una “pantomima” lo spostamento di risorse «da un capitolo di spesa all’altro senza che nulla sia stato ancora fatto: siamo dove eravamo: il Mar Piccolo è sempre inquinato, i terreni lo sono, con grave nocumento per la diversificazione economica locale».0
Infine, l’arcivescovo ha rivolto un appello «ai responsabili del Governo che sono intervenuti alla 49a Settimana Sociale e ai due partner di questa azienda: fateci ancora sperare che il futuro di questa acciaieria, la più grande d’Europa possa essere diverso; che le ragioni della salute e della vita dei lavoratori e di tutti i tarantini insieme, con la dignità del lavoro possano essere difese. Che si investa nell’innovazione tecnologica. Che» ha concluso «si comincino a vedere i segnali di una inversione di rotta».
Arnaud Daniels
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