Libertà di stampa: l’Italia scende dal 41° al 58° posto
Non è il principio ma è certo il caos.
Così Reporters sans Frontières (Rsf), che valuta la libertà di stampa in 180 Paesi, definisce lo stato dell’informazione.
Secondo l’organizzazione il 2021 è stato un anno polarizzato, durante il quale il racconto degli eventi notiziabili ha combattuto, e perso, la sua battaglia contro le fake news o le notizie inesatte e fuorvianti.
Dei 180 paesi censiti dalla Ong, 12 sono sulla lista rossa , in relazione al concetto di libertà: tra queste figura la Russia (al 155esimo posto) e la Bielorussia al 153esimo.
“Ciò che colpisce, in questo momento, è la propaganda dispiegata prima dell’inizio della guerra russo-ucraina e che continua sino ad oggi – dice Pauline Ades-Mevel, redattrice capo di Reporter senza frontiere – E questo è quello che succede, in questo momento: la completa scomparsa della libertà di stampa del nel Paese con centinaia di giornalisti che cercano di fuggire dalla Russia o non sono in grado di lavorare perché, come sapete, una legge che è stata votata all’inizio di marzo impedisce ai giornalisti persino di usare il termine ‘invasione’ o ‘guerra’”.
Per Reporter senza Frontiere la classifica al contrario è dominata dalla Corea del Nord, ultima in graduatoria, preceduta da Eritrea, Iran, Turkmenistan, Myanmar.
Il trio di Paesi nordici è, al contrario, saldamente in cima: Norvegia, Danimarca e Svezia continunao a essere rappresentati come modello democratico, dove la libertà di espressione fiorisce.
Ma quali sono i parametri presi a riferimento da Rsf? Tra le voci che contribuiscono a definire l’indice di libertà ci sono: pluralismo, indipendenza, contesto e autocensura, normativa, trasparenza e infrastrutture.
All’interno delle società democratiche, in generale, le divisioni crescono a causa della diffusione di media d’opinione secondo il “modello Fox News” e la diffusione di circuiti di disinformazione che vengono amplificati dai social media.
All’ultimo posto in Europa troviamo la Grecia (108), che sostituisce quest’anno la Bulgaria al 91esimo posto.
In Francia (26esimo posto), come in tutti i Paesi democratici, l’Ong nota un “rinnovamento delle tensioni sociali e politiche, accelerato dalle reti sociali e dai nuovi media d’opinione”.
Niccolò Rejetti
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