La strategia per rilanciare il Sud a parere di Mediobanca
Ci sono stati dei miglioramenti, ma l’Italia ha ancora molto da recuperare: “ha ancora bisogno di un ampio programma di riforme per diventare più competitiva”.
Lo ha sostenuto il ceo di Mediobanca, Alberto Nagel, in apertura dell’italiano ceo conference.
Il divario di produzione rispetto agli altri Paesi è ancora importante. Secondo gli ultimi dati Eurostat, il settore manifatturiero italiano soffre di un gap di produttività del 18% rispetto a Germania e Francia.
«Il Sud Italia» ha detto il banchiere «ha bisogno di una nuova visione del futuro per individuare proposte alternative volte a migliorare il contesto imprenditoriale in quelle regioni. Un nuovo punto di partenza potrebbe essere quello di cogliere l’opportunità offerta da alcuni fattori che favoriscono l’Italia come ad esempio: il Paese ha un ruolo di primo piano nell’economia marittima e – in quanto hub logistico del Mediterraneo – dispone di molteplici fonti di energia rinnovabile, di una posizione geografica che gli consente di trasformarsi in un hub del gas naturale oggi e dell’idrogeno domani per il Nord Europa, base ideale per i business e le start-up innovative».
Secondo Nagel questioni strategiche, come l’energia, la gestione dei porti e la logistica, dovrebbero essere in cima all’agenda.
Tra gli elementi chiave ci sono la “green economy” e il turismo, settore in cui la cultura può essere un forte moltiplicatore.
Con specifico riferimento all’energia verde il Sud dell’Italia può diventare un punto di riferimento per l’energia fotovoltaica, eolica e geotermica.
Il Mezzogiorno ha bisogno di un piano che attragga investimenti: l’area non deve più essere vista come il Sud dell’Europa, ma come il Centro del Mediterraneo.
Altri Paesi europei, come la Spagna, sono stati in grado in passato di capitalizzare le tendenze dei settori e la disponibilità di sovvenzioni dell’Ue: un esempio che deve essere seguito.
In Europa le banche rimangono il principale mezzo di trasmissione della politica monetaria a servizio dell’economia reale e, in una certa misura, anche della politica fiscale ed è essenziale che siano solide e robuste così da mantenere il credito alle imprese e alle famiglie.
Grazie alle decisioni dei regolatori adottate durante la pandemia, le banche europee stanno entrando in un’altra fase difficile ma con una posizione più forte, dal punto di vista del capitale e della liquidità.
L’Italia non fa eccezione, anche grazie all’enorme politica di de-risking applicata negli ultimi anni.
Le Banche Centrali stanno svolgendo un ruolo centrale nel tentativo di contrastare l’inflazione senza arrestare la ripresa e fornendo liquidità a imprese e famiglie, consideriamo le banche parte della soluzione piuttosto che del problema, e la loro solidità potrebbe contribuire a mitigare questi rischi.
Raimondo Adimaro
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