Negli Stati Uniti cresce il timore della recessione
Sinora le principali società statunitensi hanno licenziato migliaia di dipendenti. La causa? I timori dei loro ceo per l’aumento vertiginoso dell’inflazione che potrebbe mandare in recessione l’economia.
Di seguito alcune aziende che hanno mandata a casa centinaia di dipendenti.
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- 20 luglio 2022. Ford, secondo quanto riferito da Bloomberg, prevede di licenziare fino a 8.000 dipendenti. La casa automobilistica sta cercando di lasciare il mercato delle auto a combustile per concentrarsi verso la produzione di veicoli elettrici.
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- 19 luglio 2022. Olive, la startup di software sanitario automatizzato con sede in Ohio, ha licenziato 450 dipendenti, quasi il 35% dell’azienda. Il ceo Sean Lane ha ammesso che l’impegno dell’azienda ad “agire con urgenza” ha portato a un’eccessiva pratica di assunzioni, troppo grande da gestire. Ha poi dovuto “ripensare questo approccio”.
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- 14 luglio 2022. OpenSea, la società di token non fungibili (Nft) con sede a New York, ha annunciato in un tweet di aver licenziato il 20% del suo personale per timori dovuti a un’”ampia instabilità macroeconomica”, con possibilità di “prolungamento della recessione”.
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- 12 luglio 2022. Tesla ha licenziato 229 dipendenti, principalmente nella divisione addetta allo studio del pilota automatico, chiudendo così il suo ufficio di San Mateo, in California. La decisione è arrivata solamente qualche settimana dopo la mail inviata ai dirigenti da Elon Musk, che diceva di avere “una pessima sensazione” sull’economia. Pianificando così il taglio del 10% della sua forza lavoro.
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- 12 luglio 2022. Oltre ad aver licenziato circa 1.500 dipendenti (ossia il 10% dell’intero personale), la startup internazionale di consegne, Gopuff, ha chiuso 76 dei suoi magazzini negli Stati Uniti. La decisione è stata comunicata in una lettera agli investitori che è stata intercettata e vista da Bloomberg. Intanto la società si sta allontanando da un modello basato a tutti i costi sulla crescita.
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- 12 luglio 2022. L’istituto di credito ipotecario con sede in California, loanDepot, ha annunciato l’intenzione di licenziare 2.000 lavoratori entro la fine dell’anno. In totale i suoi licenziamenti nel 2022 saranno di 4.800 – più della metà degli 8.500 dipendenti dell’azienda. La causa sarebbe da ricercare nella forte e brusca contrazione” in cui è entrato il mercato immobiliare, come ha dichiarato il ceo Frank Martell in una nota.
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- 11 luglio 2022. La casa automobilistica elettrica Rivian ha reso noto di voler licenziare il 5% dei 14.000 dipendenti nelle aree che sono cresciute “troppo rapidamente” durante la pandemia. Fermando, al contempo, l’assunzione di lavoratori non di fabbrica, stando a un’e-mail interna del ceo RJ Scarringe, riportata da Bloomberg.
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- 22 giugno 2022. JPMorgan Chase, la più grande banca d’America, ha licenziato e riassegnato più di 1.000 dei suoi 274.948 dipendenti. Una scelta dovuta all’aumento dei tassi ipotecari e all’aumento dell’inflazione.
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- 14 giugno 2022. Circa 1.100 dipendenti di Coinbase hanno capito di essere stati licenziati perché non riuscivano più ad accedere alle loro e-mail di lavoro. Una mossa che ha portato alla riduzione del 18% del personale dell’azienda di criptovalute. Il ceo Brian Armstrong ha definito la scelta essenziale per “rimanere in salute durante questa recessione economica”. Il mercato delle criptovalute è passato da un boom di oltre 10 anni a una fase di recessione, definita “crypto winter”
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- 21 maggio 2022. Il ceo di Carvana, venditore di auto usate, Ernie Garcia III, ha inviato un’e-mail a 2.500 dipendenti, il 12% della forza lavoro dell’azienda, informandoli del licenziamento. La decisione, presa una settimana dopo il blocco delle nuove assunzioni, arriva in un momento in cui il settore automobilistico sembra essere entrato in recessione. I deludenti dati delle vendite e le segnalazioni di uno stile di business abbastanza “spendaccione” avevano infatti nuovamente attanagliato l’azienda.
Secondo diversi esperti, gli Stati Uniti potrebbero cadere a breve in una fase di recessione, secondo quanto evidenziato dagli ultimi rapporti sull’economia, che hanno evidenziato una contrazione dell’1,6% nel primo trimestre dell’anno.
L’annuncio di giugno della Federal Reserve di aumentare i tassi di interesse di 75 punti base, il più grande aumento degli ultimi 28 anni, ha inoltre riacceso i timori di turbolenze economiche e recessione.
Il mese scorso, gli economisti di S&P Global Ratings hanno previsto un calo del 2,4% del Pil entro la fine dell’anno, un’inversione di rotta rispetto alle precedenti previsioni di crescita del 2,4%, Mercoledì Bank of America ha dichiarato che “lo slancio economico è svanito” e una “lieve fase di recessione” è possibile entro la fine dell’anno.
Nel frattempo, le azioni continuano a scendere, mentre l’inflazione continua a crescere senza freni. L’ultimo report del Bureau of Labor Statistics ha rivelato un aumento dell’inflazione del 9,1% da giugno 2021, specialmente di gas, alloggi e alimentari.
Anche con i licenziamenti, il tasso di disoccupazione rimane basso, mantenendosi al 3,6% negli ultimi quattro mesi.
Giovedì, in un’intervista con il Washington Post, il vicesegretario al lavoro degli Stati Uniti, Julie Su, si è detto ottimista sulla ripresa dell’economia. Ha ricordato i 9 milioni di posti di lavoro creati da quando il presidente Joe Biden è entrato in carica e i 372.000 nuovi posti di lavoro a giugno.
244.000 persone hanno chiesto l’indennità di disoccupazione la scorsa settimana, il massimo da otto mesi e un aumento del 3,4% rispetto ai 235.000 della settimana precedente, secondo un report del Dipartimento del lavoro pubblicato giovedì.
Raimondo Adimaro
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