Bolzano Catania e Palermo le città più care d’Italia
Dalle alle ultime indagini condotte dall’Istat emergono, ancora una volta, importanti divari territoriali che riguardano l’inflazione in Italia. In alcune città e in alcune regioni, i prezzi aumentano maggiormente rispetto ad altre, con rincari a doppia velocità che rischiano di penalizzare le fasce della popolazione in difficoltà. Nel mese di luglio 2022 si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,4% rispetto a giugno e del 7,9% rispetto al 2021.
Il migliore andamento dei prezzi dei beni energetici non ha frenato l’effetto domino dell’inflazione, con gli aumenti che si stanno trasmettendo dalle materie prime ai prodotti del supermercato. Il carrello della spesa ha infatti raggiunto livelli che non si osservavano da settembre 1984, arrivando a una crescita del 9,1%. Gli italiani pagano meno per la gestione della casa, insomma, ma sulle loro tasche pesano tutte le altre voci di spesa mensili.
Di seguito le variazioni tendenziali in anno dei prezzi di luglio 2022 e il confronto con l’aumento annuale del mese precedente.
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- Prodotti alimentari e bevande analcoliche (10% rispetto al 9% di giugno).
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- Bevande alcoliche e tabacchi (1,5% rispetto all’1,3% di giugno).
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- Abbigliamento e calzature (stabile all’1,7%)
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- Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (24,7% rispetto al 28,1% di giugno).
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- Mobili, articoli e servizi per la casa (5,5% rispetto al 4,9% di giugno).
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- Servizi sanitari e spese per la salute (stabile allo 0,7%).
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- Trasporti (13,9% rispetto al 13,7% di giugno) Comunicazioni (-3,9% rispetto al -3% di giugno) .
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- Ricreazione, spettacoli e cultura Istruzione(1,2% rispetto allo 0,8% di giugno).
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- Servizi ricettivi e di ristorazione (6,4% rispetto al 7,2% di giugno).
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- Altri beni e servizi (2,2% rispetto all’1,7% di giugno).
Quali sono le regioni più care e quali sono quelle sotto la media italiana
L’Istat fotografa anche la situazione nelle diverse ripartizioni geografiche dell’Italia. L’inflazione è più alta di quella nazionale, fissata al 7,9%, nelle Isole e nel Nord Est, mentre è inferiore al Centro, al Sud e al Nord Ovest. Di seguito le regioni più care in Italia.
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- Trentino Alto Adige (9,7%).
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- Sicilia (9,4%).
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- Sardegna (8,9%).
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- Umbria (8,5%).
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- Veneto (8,5%).
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- Abruzzo (8,3%).
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- Liguria (8,3%).
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- Friuli Venezia Giulia (8,1%).
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- Calabria (8%).
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- Toscana (8%).
Sono perfettamente nella media solo due regioni.
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- Emilia Romagna (7,9%).
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- Puglia (7,9%).
Di seguito le regioni più virtuose, ordinate in base a quella dove l’inflazione è inferiore rispetto al resto della Penisola.
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- Valle d’Aosta (6,7%).
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- Molise (6,9%).
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- Piemonte (7,1%).
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- Marche (7,3%).
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- Basilicata (7,4%).
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- Campania (7,5%).
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- Lazio (7,6%).
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- Lombardia (7,7%).
Aggregando i dati regionali, emerge che l’inflazione raggiunge queste cifre nelle varie aree del territorio.
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- Isole: 9,2%.
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- Nord Est: 8,4%.
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- Centro: 7,8%.
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- Sud: 7,8%.
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- Nord Ovest: 7,6%.
In quale città italiana costa di più vivere e dove invece conviene
Viene spontaneo chiedersi quali siano le città più costose e meno costose d’Italia, dunque. Dai dati Istat emerge questa classifica delle città (capoluoghi di regioni e grandi centri con oltre 150 mila abitanti) in cui l’inflazione corre più velocemente che nel resto del Paese.
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- Bolzano (10%).
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- Catania (9,9%).
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- Palermo (9,8%).
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- Trento (9,5%).
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- Verona (9,1%).
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- Messina (9%).
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- Ravenna (8,8%).
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- Padova (8,7%).
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- Bologna, Firenze e Perugia (8,6%).
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- Cagliari e Trieste (8,5%).
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- Venezia (8,2%).
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- Brescia, Genova, Milano (8,1%).
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- Modena (8%).
Di seguito invece le città dove il costo della vita è inferiore alla media italiana, in ordine crescente.
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- Aosta, Parma e Reggio Emilia (6,7%).
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- Campobasso (6,9%).
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- Ancona (7%).
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- Catanzaro (7,1%).
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- Torino (7,2%).
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- Potenza (7,3%).
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- Livorno, Reggio Calabria e Rimini (7,4%).
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- Roma (7,5%).
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- Napoli (7,6%).
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- Bari (7,8%).
Anselmo Faidit
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