In Francia lunghe code alle stazioni di servizio
I francesi restano in coda nelle stazioni di servizio quelle poche aperte per fare benzina.
Gli occhi sono puntati sull’accordo firmato tra i i due sindacati di maggioranza di TotalEnergies, CFE-CGC e CFDT. L’azienda concederà un pacchetto di aumenti salariali per il 2023 del 7%.
La dirigenza del colosso ha chiesto lo stop della mobilitazione anche se una delle parti non ci sta e chiede maggiori garanzie.
Dominique Convert, coordinatore sindacale CFE-CGC presso TotalEnergies ha notare che”Non può andare avanti così, dice il coordinatore sindacale, vedremo cosa accadrà, noi continueremo a lottare.”
La CGT chiede un aumento del 10% oltre alla condivisione di tutti i i grandi profitti di Total. Thierry Defresne, capo CGT del comitato aziendale europeo di TotalEnergies ha sottolineato che “Dopo che la riunione era stata sospesa per un’ora, la dirigenza è tornata con una proposta di venti euro di aumento al mese. Abbiamo pensato che fosse una provocazione e così ce ne siamo andati lasciando il tavolo delle trattative”.
Il portavoce del governo, Olivier Veran, in conferenza stampa ha promesso ai cittadini che “ci saranno miglioramenti sensibili nei prossimi giorni”, grazie alle precettazioni del personale indispensabile al funzionamento dei depositi, annunciate ieri in Assemblea nazionale dalla Premier, Elisabeth Borne, e iniziate dalla raffineria Esso-Exxon Mobil di Gravenchon-Port-Je’rome, in Normandia.
Mentre lo sciopero è stato revocato nelle uniche due raffinerie del gruppo Esso-ExxonMobil nel 30% delle stazioni continua a mancare di carburante. 4 raffinerie, su sette in Francia, sono ancora ferme così come diversi depositi.
La rabbia degli automobilisti sale e solo il 37% è pronto a sostenere il movimento di protesta.
I lavoratori reclamano l’aumento dei salari del 10%, di fronte ai profitti realizzati soprattutto da TotalEnergies nel secondo semestre del 2022, dopo l’esplosione del prezzo di gas e petrolio a causa della guerra in Ucraina.
Le regioni più colpite sono le Hauts-de-France e l’Ile de France, dove rispettivamente è coinvolto il 48,4 per cento e il 33,9 per cento dei distributori.
La mobilitazione dunque prosegue.
C’è chi teme una paralisi nel settore dei trasporti con conseguenze anche per i rifornimenti di alimentari.
Piero Vernigo
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