In vista delle elezioni Biden caccia i migranti venezuelani
Joe Biden va alla guerra contro i migranti venezuelani che stanno fuggendo in massa dalle folli politiche economiche di Maduro con cui, invece, l’amministrazione statunitense sta spingendo per fare un accordo sul petrolio.
Non c’è limite alla realpolitik per il presidente democratico americano: tra due settimane ci sono le elezioni di midterm, e i repubblicani battono forte sul tasto dell’immigrazione record al confine sud, oltre che sull’aumento dei prezzi di benzina e alimenti (motivo per cui Biden sta comperando fertilizzanti dal “genocida” Bolsonaro).
Prendersela con i venezuelani, però, è una “vergogna”, per usare le parole di Amnesty International.
«Con effetto immediato, i venezuelani che entrano negli Stati Uniti tra i porti di ingresso, senza autorizzazione, saranno rimpatriati in Messico», ha dichiarato l’Amministrazione Usa in un comunicato della scorsa settimana. Biden dunque rispolvera il Titolo 42 introdotto da Trump per motivi sanitari durante l’emergenza Covid.
Per ora solo contro i venezuelani, ma anche cubani, nicaraguensi e haitiani temono che presto potrebbe toccare a loro.
Secondo gli ultimi dati disponibili della Customs and Border Protection, solo a settembre oltre 33mila venezuelani hanno attraversato il confine meridionale degli Stati Uniti.
Le nuove regole introdotte da Washington prevedono però una quota di appena 24mila, che devono arrivare su territorio americano via aerea, con la sponsorizzazione di qualcuno e dimostrare di avere parenti già negli Stati Uniti.
Giovedì l’Amministrazione ha iniziato con le espulsioni verso il Messico, al ritmo di 300 al giorno, motivandole con «preoccupazioni per la salute pubblica».
«Inqiuetante», ha commentato il Washington Post, sottolineando come solo poche settimane fa Biden abbia dichiarato finita la pandemia.
In risposta all’annuncio dell’amministrazione Biden sul nuovo processo a cui dovranno ricorrere i venezuelani in cerca di una nuova vita lontano da Maduro, Erika Guevara-Rosas, la direttrice per le Americhe di Amnesty International ha notato come «pochi giorni dopo che il Coordinamento Interagenzia per i Rifugiati e i Migranti dell’Onu e dell’Oim, l’Organizzazione Internazionale per i Migranti, ha rivelato che sono saliti a 7,1 milioni i venezuelani in cerca di protezione, l’amministrazione Biden ha vergognosamente annunciato un nuovo piano per bloccare l’accesso all’asilo per i venezuelani in cerca di sicurezza negli Stati Uniti».
L’Ufficio per gli affari latinoamericani di Washington (WOLA), si è detto “deluso” dalla decisione dell’amministrazione Biden mentre l’Organizzazione dei venezuelani in esilio politicamente perseguitati, la Veppex, ha affermato che «non è appropriato né giusto che ai venezuelani che si trovavano già negli Stati Uniti prima dell’ordine emesso dal Dipartimento della sicurezza nazionale mercoledì scorso, venga applicata questa misura».
Devastante, infine, quanto dichiarato al sito venezuelano indipendente Monitoreamos da Blas Núñez-Neto, assistente segretario ad interim per le politiche di frontiera e immigrazione presso il Dipartimento per la sicurezza interna Usa.
Alla domanda: «Gli Stati Uniti hanno un modo per garantire che queste persone che vengono rimpatriate in Messico non vengano successivamente deportate in Venezuela, dove le loro vite potrebbero essere a rischio?», il funzionario ha pilatescamente risposto che «quella sarà responsabilità del governo del presidente messicano Andrés Manuel López Obrador».
Infine Blas Núñez-Neto ha inviato un messaggio a tutti i venezuelani che stanno attraversando la giungla di Darién o l’America centrale in questi giorni con l’intenzione di raggiungere gli Stati Uniti: «A tutti loro voglio dire chiaramente: non proseguite verso nord perché non potrete entrare negli Stati Uniti».
La svolta contro i migranti venezuelani arriva in un momento in cui Biden ha fatto a Maduro e alla sua famiglia diverse concessioni, tra cui la liberazione di due suoi nipoti trafficanti di droga.
La Casa Bianca ha anche reiterato il suo interesse di importare petrolio venezuelano, un grande favore per la dittatura.
Inoltre, meno di un mese fa, Biden aveva detto che «non è razionale» deportare i migranti in fuga dai regimi autoritari di Cuba, Nicaragua e Venezuela.
Evidentemente stava scherzando.
Arnaud Daniels
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