Servono provvedimenti urgenti a favore delle imprese
Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha chiesto di arrivare velocemente alla formazione di un governo perché abbiamo questa emergenza che si chiama caro bollette che sta colpendo imprese e famiglie.
È la famosa stangata e bisogna intervenite subito, non c’è tempo da perdere.
I partiti vogliono realizzare le promesse fatte durante la campagna elettorale, però non esiste più il rimbalzo economico degli ultimi due anni.
Nella Nadef si parla di una crescita dello 0,6%, ma non avremo più a disposizione quell’extragettito che ha consentito al governo di Draghi di fare interventi per quasi 60 miliardi.
Abbiamo poche risorse le dobbiamo mettere tutte sul caro bollette. Ci sarà tempo e modo per pensare alla flat tax e ai prepensionamenti. Oggi si deve salvare l’industria italiana, perché senza l’industria non c’è l’Italia.
Sul caro energia la situazione è piuttosto complicata.
Ha spiegato il presidente di Confindustria che sono a rischio migliaia di imprese e questo vuol dire centinaia di migliaia di posti di lavoro e di conseguenza il reddito delle famiglie.
Nel 2019 – ricorda – l’industria italiana spendeva 8 miliardi per la bolletta energetica, quest’anno ne spenderà 110: questo da’ la dimensione dell’emergenza che dobbiamo affrontare.
Il problema del caro energia viene associato alla guerra russo-ucraina, ma non è così.
Il primo intervento di Carlo Bonomi risale al 10 settembre del 2021 perché già si vedeva una speculazione in essere sul mercato olandese.
Ci siamo fatti trovare impreparati: adesso sui mercati ci sono dei comportamenti che non vanno bene e devono essere censurati.
Tra i primi provvedimenti che Confindustria si aspetta dal governo ci sono: “il tetto al prezzo del gas, la sospensione temporanea del mercato Eds che è quello dei certificati verdi, lo sblocco delle autorizzazioni per gli impianti rinnovabili – abbiamo 400 autorizzazioni bloccate – , una quota riservata della produzione nazionale di energia rinnovabile a prezzi calmierati per l’industria e soprattutto che l’Europa dia la possibilità di usare i fondi di coesione che ammontano a circa 40 miliardi”.
Salvarico Malleone
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