Macron sbugiardato da Le Monde sul dossier migranti
Antonio Tajani, ministro degli Esteri, vicepremier e coordinatore azzurro, da Bruxelles dove si è recato per un vertice con i suoi omologhi, che ufficialmente non aveva all’ordine del giorno la vicenda (lo dovrebbe essere a un apposito incontro di ministri degli Esteri e degli Interni Ue chiesto da Tajani), ha tenuto il punto sulla necessità di chiarire il ruolo delle Ong: “Un conto è salvare vite in mare, un altro darsi appuntamento in mezzo al mare con trafficanti di esseri umani”.
È la risposta di Tajani alla commissione Ue, per la quale non ci sono differenze tra Ong e altre navi perché tutte salvano vite.
Ma il ministro degli Esteri parlando con i giornalisti ricorda anche uno studio di Frontex che accende i riflettori sui rapporti tra alcune Ong e i trafficanti.
Tajani, comunque, per uscire dall’impasse, che inchioderebbe altrimenti la questione posta dell’Italia al solo scontro con la Francia, pone il problema su vasta scala europea, “perché riguarda tutta l’Europa, non è di Italia, Francia o Germania, e a livello comunitario deve essere trattato”.
Il vicepremier, che ha incontrato la presidente del Pe, Roberta Metsola, pone anche la questione della rotta dei Balcani, primo ingresso dei migranti per il numero degli arrivi, con al secondo posto quello del Mediterrane.
Ribadito il concetto che l’Italia non può essere considerata l’unico porto sicuro.
La posizione del governo italiano, soprattutto quando non viene presentata con toni sovraeccitati, difficilmente può essere considerata irragionevole.
Collomb, socialista ex sindaco di Lione che da ministro aveva varato il piano per riprendere il controllo delle banlieue denominato “Reconquête Republicaine”, ha ricordato che quando nel 2018 era stata presa in considerazione la creazione di un hotspot a Tolone, mi ero opposto con tutte le mie forze e mi ero dimesso.
È bastata che una sola delle navi che le Ong impiegano per traghettare quasi ogni settimana clandestini in Italia approdasse in un porto francese per far indignare i cugini d’Oltralpe.
Eppure nella Lampedusa citata ad esempio da Bardella sono oggi ospitate 1.437 persone nell’hotspot che potrebbe riceverne meno di 400 e a causa degli sbarchi da Tunisia e Libia tale struttura arriva quasi ogni settimana al collasso.
Di fatto le posizioni del governo italiano sono le stesse dei politici francesi, non solo di destra ma anche di un ex sindaco socialista di Tolone, che non voleva che la sua città fosse trasformata in una “Lampedusa”.
Mentre continua lo scontro tra Francia e Italia in merito alla ricollocazione dei migranti che arrivano nei paesi mediterranei, emergono nuovi dettagli in merito a un naufragio dello scorso anno nel Canale della Manica.
E i verbali delle indagini, citati da Le Monde, sembrano indicare la responsabilità delle autorità francesi.
Il 24 novembre 2021 una piccola imbarcazione diretta verso il Regno Unito affondò, nonostante i numerosi messaggi di Sos inviati dalle persone migranti a bordo.
Quel giorno morirono 27 migranti, provocando uno dei naufragi più grandi per quanto riguarda le imbarcazioni di immigrati che intraprendono la traversata della Manica per raggiungere le coste inglesi.
Tra questi c’erano almeno 6 donne e una bambina, e solo in due riuscirono a salvarsi.
Le Monde ha preso conoscenza dei verbali a un anno dall’apertura delle indagini e ha rivelato nuovi dettagli in merito agli appelli disperati da parte dei naufraghi e le conseguenti risposte dei soccorritori francesi.
“Per favore, per favore, abbiamo bisogno di aiuto, aiutateci per favore”, riporta una delle trascrizioni di richiesta di aiuto dei migranti.
Dall’altra parte i soccorritori chiedono di inviare le coordinate via Whatsapp. Poi, però, non avrebbero inviato alcun gommone di soccorso, come invece avevano promesso.
Tra le tante intercettazioni ne emerge un’altra in particolare in cui si sentono due soccorritori che si dicono tra loro: “In ogni caso adesso sono nelle acque inglesi, se richiamano bisogna rispondere di chiamare il 999 (il servizio d’Oltremanica, ndr)”».
L’altro giorno un austero editoriale di Le Figaro ha accusato Emmanuel Macron di comportamenti particolarmente ambigui sulla questione dell’immigrazione.
Poi, ora, Le Monde con l’articolo che riportiamo tira una pugnalata alla schiena al presidente francese e al suo presunto umanitarismo.
È evidente come in Europa vi sia molta preoccupazione per un Eliseo in preda a una crisi di nervi.
Raimondo Adimaro
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