La Bce pretende sacrifici dagli europei sulle bollette
Christine Lagarde, classe 1956, è una banchiera francese che ha preso il posto di Mario Draghi alla guida della Banca Centrale Europea con uno stipendio annuo di circa 500.000 euro l’anno, ossia oltre 1300 euro il giorno, con patrimonio stimato, secondo il periodico People with Money, di 245 milioni di dollari.
Di conseguenza la Christine Lagarde non ha problemi di bollette e di arrivare in fondo al mese stringendo la cinghia.
La sua ultima pensata è stata quelle di chiedere ai governi di ridurre sensibilmente gli aiuti per le bollette per quanti devono affrontare la crisi energetica.
Un appello per eliminare gradualmente i sostegni.
“L’aumento dei salari e il recente calo dell’inflazione dei prezzi dell’energia”, ha detto la numero uno della Bce, “sono destinati ad alleviare la perdita di potere d’acquisto che molte persone hanno subito a causa dell’elevata inflazione”.
Di qui la richiesta ai leader europei.
“Le misure di sostegno dei governi per proteggere l’economia dall’impatto dei prezzi elevati dell’energia dovrebbero essere temporanee, mirate e adattate per preservare gli incentivi a consumare meno energia”, ha ricordato la presidente della Bce
riprendendo i messaggi più volte reiterati dalla Commissione europea affinché non si esageri con i sussidi perché questi ultimi potrebbero avere l’effetto collaterale di far aumentare l’inflazione.
Lagarde va oltre.
“Poiché la crisi energetica si fa meno acuta” con i prezzi del gas e dell’elettricità in netto calo rispetto ai picchi estivi “è importante iniziare ora a ritirare tempestivamente queste misure in linea con il calo dei prezzi dell’energia e in modo concertato”.
Questo perché, ha precisato Lagarde, “eventuali misure” a sostegno di cittadini e imprese “che non rispettino questi principi” di proporzionalità rispetto all’andamento delle tariffe energetiche “probabilmente aumenteranno le pressioni inflazionistiche a medio termine”.
Una conseguenza “che richiederebbe una risposta di politica monetaria più energica”, ha avvertito signora 1300 euro al giorno, facendo capire che i tassi potrebbero aumentare ulteriormente.
“Le politiche fiscali dovrebbero essere orientate a rendere la nostra economia più produttiva e a ridurre gradualmente l’elevato debito pubblico. Le politiche volte a migliorare la capacità di offerta dell’Eurozona, in particolare nel settore energetico, possono contribuire a ridurre le pressioni sui prezzi nel medio termine. A tal fine, i governi dovrebbero attuare rapidamente i propri piani di investimento e di riforme strutturali nell’ambito del programma Next Generation Eu” e anche “la riforma del quadro di governance economica dell’Ue dovrebbe concludersi rapidamente”, è stato l’appello finale della numero uno dell’Eurotower.
Invece di rivolgersi alle compagnie energetiche che nel primo trimestre 2022 hanno guadagnato circa 100 miliardi di dollari e nel secondo trimestre oltre 60 miliardi Christine Lagarde chiede un piccolo sacrificio a decine di milioni di europei.
Claudia Treves
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