La Sindrome del Prigioniero (post Covid) che cos’è
La Sindrome del Prigioniero si riferisce ad una condizione psicologica che si sviluppa in seguito ad un periodo di isolamento prolungato.
Implica la voglia di continuare a restare nel proprio rifugio e non voler uscire da esso.
Un malessere che crea insicurezza, tristezza, ansia per il cambiamento che si pone davanti, unito ad una mancanza di obiettivo.
Il Covid19 ha fortemente condizionato il modo di guardare la vita di ogni individuo e se da un lato per alcuni c’era una volontà a recuperare il tempo speso in casa, in seguito all’isolamento godendo pienamente della libertà, per altri l’apertura verso il mondo esterno ha rappresentato rischi, paura di stare male, un forte disagio per il timore di lasciare la propria abitazione, unico luogo ritenuto rassicurante e protettivo da ogni pericolo o contagio.
I periodi legati all’isolamento della popolazione al fine di limitare la diffusione del virus hanno contribuito ad aumentare negli individui la percezione di rifugio nelle mura domestiche, nella quale le superfici disinfettate rappresentano un involucro protettivo dall’incertezza e dal pericolo del mondo esterno.
Questa sindrome si manifesta nell’individuo nel momento in cui è possibile prendere contatto con la vita in generale e la paura prende il sopravvento trasformandosi in una sorte di prigione.
Tra i sintomi tipici di questa Sindrome, troviamo l’ansia, tristezza, mancanza di energia e di entusiasmo con diminuzione della motivazione, senso di solitudine e di non appartenenza alla società.
Naturalmente restare prigionieri nella propria realtà potrebbe ingigantire le paure e portare a conseguenze peggiori, così che gli esperti consigliano strategie da mettere in atto per poter uscire da tale sindrome, in primis tentare di avere pensieri positivi senza alimentare inutili timori, affrontando il mondo esterno a piccole dosi, al fine di normalizzare la propria vita alla quotidianità.
Occorre stabilire nuove abitudini, senza il timore di essere sopraffatti, ma consapevoli di un possibile cambiamento dal quale trarre beneficio.
Tuttavia se il disagio grava per un lungo periodo di tempo tanto da compromettere la normale ripresa di attività quotidiane e con difficoltà di relazionarsi è necessario il supporto di uno specialista per affrontare il problema spezzando le catene mentali che tengono imprigionato l’individuo.
Dolores Di Mambro
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