Sorgerà in Puglia il più grande dissalatore italiano
La sitibonda Puglia corre ai ripari per arginare la secolare siccità che da maggio a ottobre si abbatte sulla regione.
Alla mancanza di piogge occorre aggiungere il colabrodo degli acquedotti ed il crescente fabbisogno della popolazione e dell’agricoltura.
Il Consiglio di Amministrazione di Acquedotto Pugliese (Aqp) ha approvato la gara, per circa 100 milioni di euro (in parte dai fondi del Pnrr), che doterà l’Italia del più grande dissalatore a osmosi inversa, il primo impianto continentale a uso civile del Paese.
Sorgerà in agro di Taranto ed utilizzerà le sorgenti salmastre del fiume Tara.
L’impianto ultratecnologico avrà una potenzialità di 55.400 m3/giorno circa di acqua potabile ed è stato progettato per produrre ogni giorno l’equivalente del fabbisogno idrico giornaliero di 385mila persone (quasi un quarto della popolazione dell’intera penisola salentina).
È il risultato della cooperazione tra Regione Puglia e le capacità industriali di Acquedotto Pugliese, reattiva nel mettere a frutto le opportunità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), anche grazie al lavoro svolto dall’Autorità idrica Pugliese (Aip).
Con la sua realizzazione si potrà far fronte all’incremento delle richieste estive e si potrà ridurre nel contempo il prelievo della risorsa dai pozzi, contribuendo al miglioramento dello stato delle falde sotterranee.
Un modo per conferire al sistema di approvvigionamento idrico una maggiore resilienza e capacità di reagire alle crisi idriche, in un momento storico caratterizzato dai segni del cambiamento climatico”.
L’entrata in esercizio delle opere è prevista per la metà del 2026.
È un grande impianto di dissalazione, il primo impianto di queste dimensioni che viene varato in Italia con processo ad osmosi inversa, in grado di trattare 1.000 litri al secondo, che consentirà di produrre con una potenzialità di 55.400 m3/giorno di acqua potabile.
È stato progettato per produrre ogni giorno l’equivalente del fabbisogno idrico giornaliero di 385.000 persone, quasi un quarto della popolazione dell’intera penisola salentina.
Prelevando le acque salmastre del fiume Tara, caratterizzate da un grado di salinità relativamente basso in luogo di quella marina molto più salata, sarà limitato il consumo di energia elettrica e l’impatto dell’opera sull’ambiente.
L’acqua servirà agli usi civili e consentirà di preservare da questo uso quella potabile.
Una giornata storica per Aqp che, in coerenza con il piano strategico al 2026 e le azioni stabilite a tutela della risorsa idrica, ha deliberato di bandire la gara per la realizzazione del primo dissalatore di Acquedotto Pugliese.
Un’opera strategica che integrerà con acqua di ottima qualità la dotazione potabile. Potremo cominciare a ridurre l’apporto dei pozzi. La differenziazione delle fonti è fondamentale e questa infrastruttura, di altissima rilevanza strategica, è il primo passo verso la realizzazione di un’opera che è stata ritenuta talmente strategica per il sistema da essere cofinanziata con il Pnrr.
Fondi che impongono rigidi tempi d’impiego e che siamo pronti a rispettare.
Le tre priorità che guidano il piano strategico di Aqp al 2026 sono: tutela della risorsa idrica con l’obiettivo di recuperare 44 milioni di metri cubi di acqua, implementazione di un sistema di economia circolare con la gestione in house di 130 mila tonnellate di fanghi e accelerazione sulla transizione energetica arrivando a produrre nel 2026 oltre 90 Gwh di energia da fonti rinnovabili autoprodotta.
Per l’attuazione del piano industriale sono previsti investimenti per 2.031 milioni di euro di cui la maggior parte (oltre l’85%) dedicata a migliorare la qualità del servizio ai clienti e alla mitigazione dell’impatto ambientale tramite la riduzione delle perdite e il raggiungimento di nuove frontiere tecnologiche nell’ambito del sistema di depurazione.
Acquedotto Pugliese, con reti idriche per 20 mila chilometri al servizio di oltre 4 milioni di cittadini, 12mila chilometri di reti fognarie e 184 depuratori, è tra i maggiori player nazionali nella gestione del ciclo idrico integrato e una delle opere di ingegneria civile più complessa di Europa.
Il sistema, tra i più lunghi al mondo e che si sviluppa nell’Ambito Territoriale Ottimale (Ato) Puglia, il più grande italiano per estensione territoriale, garantisce l’approvvigionamento di acqua potabile alla Puglia (100% della popolazione), alla Basilicata (25%) e alla Campania (2%).
I servizi vanno dalla captazione, alla raccolta sino alla potabilizzazione ed alla distribuzione dell’acqua oltre che ai servizi di fognatura e di depurazione delle acque reflue.
Acquedotto Pugliese è la capogruppo e controlla interamente Aseco, azienda specializzata nel trattamento e recupero dei rifiuti organici.
Niccolò Rejetti
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