Buone speranze per fermare il calo demografico
Nella triste rappresentazione demografica emersa dai dati Istat per il 2022 emerge un dato particolare che, pur essendo statisticamente ancora poco significativo, accende una speranza per il futuro e può tracciare una nuova rotta per il destino demografico del Paese.
Il dato riguarda la dinamica naturale della popolazione (ossia il saldo tra nati e decessi) e in particolare il tasso di crescita naturale.
Mentre la dinamica naturale per il 2022 presenta valori negativi in ogni regione – anche nella provincia autonoma di Bolzano (-314 unità) tradizionalmente caratterizzata da una natalità superiore alla media – il tasso di crescita naturale si conferma negativo in tutte le regioni, ma rispetto all’anno precedente registra due eccezioni, quelle del Friuli Venezia-Giulia e della Puglia, che hanno contenuto la negatività rispetto all’anno precedente.
Il Friuli Venezia-Giulia, che nel 2021 ha registrato un tasso di crescita naturale del -7,8 per mille, nel 2022 ha iniziato una lenta risalita della china, che ha portato il tasso a -7,2 per mille.
La Puglia ugualmente è passata da -5,1 per mille a -4,7 per mille del 2022.
Cerchiamo di andare a capire le motivazioni di questa variazione positiva.
Nel maggio dello scorso anno l’Assessore alla Famiglia della Regione Friuli Venezia-Giulia, Alessia Rosolen, era sul palco degli Stati Generali della Natalità organizzati dalla “Fondazione per la Natalità” a parlare della manovra regionale a favore della famiglia.
In quell’occasione Rosolen ha ribadito l’importanza della legge sulla famiglia varata dalla Regione Friuli Venezia-Giulia, che ha messo il tema della natalità al centro della legge.
La finalità cerata è da un lato quella di mettere i giovani nella condizione di uscire di casa in tempi ragionevoli (oggi questo avviene in media in Italia a 29,9 anni) e dall’altro quella di aiutare le famiglie dove sono già presenti figli.
“Il Friuli Venezia-Giulia”, ha ribadito l’assessore ” ha due tristi primati: la popolazione più anziana d’Italia e lo stesso numero di lavoratori e pensionati. A fianco a questo dato, però, ce ne sono altri estremamente positivi, come il più alto dato nazionale di occupazione femminile a Trieste e il più alto dato nazionale di occupazione giovanile a Pordenone”.
Puntando proprio su questi elementi positivi, l’occupazione femminile e quella giovanile, la legge regionale ha messo in atto una serie di azioni per renderli possibili, a partire dai servizi garantiti per la famiglia fino alla professionalizzazione dei ragazzi (il Friuli Venezia-Giulia è la seconda regione in Italia per la presenza di alunni negli Istituti Tecnici Superiori).
Questo perchè la legge considera la famiglia come perno della società e quindi prevede una serie di interventi contemporanei secondo una visione organica:
“La famiglia cresce dove lo stato sociale è forte e strutturato, e non supporta la famiglia solo con interventi una tantum, ma ne sostiene l’intera vita”, ha ribadito l’assessore.
“I temi della famiglia e della natalità sono stati sottoposti a un processo ideologico per troppi anni” ha detto Rosolen. “Ci sono stati tanti interventi spot, sia nazionali che locali, che presi singolarmente hanno sicuramente il loro valore. Non sono però sufficienti a invertire la rotta sulla famiglia. Serve un intervento organico strutturato”.
Dati Istat alla mano, sembra che la scelta del Friuli Venezia-Giulia stia dando, a un anno di distanza, i suoi frutti. E allora potrebbe essere una strada da seguire anche per le altre regioni, secondo i capisaldi indicati dall’assessore Rosolen: “Bisogna staccare il tema delle politiche familiari da quello delle politiche socio-assistenziali, mettendo la vita della famiglia al centro dell’azione governativa. E’ necessario inoltre legare in modo forte il tema delle politiche familiari a quello del lavoro, garantendo in questo modo anche le necessarie coperture economiche”.
“Infine – ha concluso l’assessore – è importante concentrare la politica familiare in modo principale sui bambini che sono il futuro del Paese. Bisogna dare importanza alla natalità e garantire le condizioni perché si possa realizzare”.
Ecco un esempio di come la politica possa essere veramente a servizio delle esigenze dei cittadini e del futuro del Paese.
Guglielmo d’Agulto
Commenti
Buone speranze per fermare il calo demografico — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>