Luciano Sabadin a Firenze con Alberi di Luce
La Galleria Etra Studio Tommasi ospita nei suoi spazi fiorentini dal 6 al 27 maggio 2023 la mostra Alberi di Luce, prima personale di Luciano Sabadin, classe 1957 originario di Villastellone (TO), curata da Francesca Sacchi Tommasi e Ilaria Maria d’Urbano.
La mostra presenta 30 opere in cui l’artista Luciano Sabadin usa colori acrilici, sperimenta forti contrasti nel bianco e nero, osserva la natura e con meticolosa cura cattura la luce che scandisce il passare del tempo e delle stagioni,
Va a “cercare la luce” all ‘interno delle sue “città di piante”.
La sua creatività inizialmente si è espressa attraverso la scrittura della musica e dei testi delle sue canzoni.
Dopo venti anni dedicati all’Arte delle Muse, nel 2011 nasce LS Eventi una società che opera nell’ambito della formazione e che rappresenta alcuni dei più importanti personaggi dello sport e della cultura italiana.
Tra questi lo stesso Pupi Avati, Piergiorgio Odifreddi e Oscar Farinetti.
Tutti e tre hanno voluto contribuire con un loro piccolo testo al catalogo della mostra.
La casualità lo conduce verso la sua seconda vita di artista durante i difficili due anni di pandemia appena trascorsi, aprendogli le porte ad un mondo nuovo e sconosciuto: moglie e figlio gli regalano un cavalletto, delle tele e dei colori.
Spinto anche dalla forte volontà ed esigenza di continuare ad esprimere la sua creatività fino a quel momento dedicata ad altri, inizia a dipingere, a sperimentare, produce opere, raccoglie apprezzamenti favorevoli da amici, addetti ai lavori e da alcuni personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura tra cui Pupi Avati, il primo ad aver visto i suoi lavori e a incoraggiarlo a mostrarli al pubblico.
Da qui la decisione di questa prima mostra personale nella città di Firenze allo Studio Tommasi.
Scrive la curatrice Ilaria Maria d’Urbano a proposito del suo lavoro:
“L’arte di Luciano Sabadin è contemporaneamente materica e poetica: dei suoi alberi posso sentire la consistenza delle cortecce e il canto della linfa impercettibile, dei suoi cieli la vastità e le lotte, del sottobosco la foltezza e il sospiro. Il tutto mescolato in una dimensione profondamente onirica. Un bianco e nero che a volte si fa musica potente e solenne – come nel quadro Tempesta, dai toni wagneriani; altre ammutolisce aprendo all’ascolto – ne è esempio Il sogno di Meg, capace di elevare come le composizioni ascensionali di J.S.Bach; altre ancora si macchia di rosso – vedi Rosaspina. Quei precisi puntini rossi sono la firma di Luciano. Mai eccessivi, eleganti, riservati: una ferita silenziosa – sorgente inesauribile, che sanguina e guarisce sulla tela. Una ferita che profondamente interroga chi la osserva”.
Info: www.etrastudiotommasi.it tel. 3482812340.
Roberto Cantini
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