Contributo di 900 euro al mese per gli sfollati
Bandiere a mezz’asta su tutti i palazzi delle istituzioni e giornata di lutto nazionale per l’alluvione in Emilia Romagna.
Intanto è salito a 15 il bilancio dei morti e i danni stimati superano finora quota 7 miliardi di euro.
Questa ulteriore “tragedia calamitosa pone ciascuno di noi di fronte a una scelta ormai ineludibile: la messa in sicurezza del nostro territorio nazionale deve essere “la” e non “una” priorità nell’agenda politica del governo centrale e di tutte le articolazioni dello Stato”.
Soltanto così si potrà tutelare il diritto alla vita di ciascuno di noi.
Lo ha dichiarato il ministro della Protezione civile e delle politiche del Mare, Nello Musumeci, durante l’informativa urgente alla Camera sulle alluvioni che nelle ultime settimane hanno colpito il Centro Italia, in particolare l’Emilia-Romagna.
Eppure l’Italia “è più propensa a ricostruire che a prevenire”, determinando danni umani, sociali ed economici importanti.
Basti pensare che dal 1968 ad oggi gli eventi calamitosi hanno causato la perdita della vita a 5mila cittadini e una spesa per la ricostruzione di 165 miliardi.
Certo calamità come quella verificatasi in Emilia Romagna, dove la siccità ha lasciato il posto a piogge violente, non possono essere evitate ma se ne possono ridurre gli effetti disastrosi, precisa Musumeci.
E lo si “può e lo si deve fare attraverso una seria azione di prevenzione strutturale, all’interno di un piano nazionale concepito in funzione di una strategia unitaria”, l’aspetto che finora è mancato.
Anche perché i rischi potenziali, spiega MF-Milano Finanza, sono enormi: oltre metà del territorio italiano è in zona sismica e quasi tutto lo Stivale (94%) è a rischio frane o dissesto idrogeologico, riporta il ministro.
Il fatto che l’Italia non abbia attuato misure adeguate alla gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico, anche usufruendo dei quasi 2,5 miliardi a sua disposizione, non va associato però con il ritardo nell’esborso della terza rata del Pnrr, connessa esclusivamente agli obiettivi raggiunti entro dicembre 2022, tiene a precisare il ministro per gli affari europei e il Pnrr, Raffaele Fitto.
Quanto all’Emilia Romagna, il governo, come ha iniziato a fare con il decreto alluvioni, deve rispondere all’emergenza e organizzare i soccorsi.
Ci sono infatti 602 strade chiuse causa frane e diverse linee ferroviarie interrotte che dovrebbero “essere riattivate entro inizio giugno”.
Inoltre ben 54mila utenze sono rimaste senza energia elettrica e quasi 15mila senza linea telefonica fissa, a cui si aggiungono alcune decine migliaia senza il servizio di telefonia mobile.
Per non parlare degli oltre 23mila sfollati.
Infatti il governo, evidenzia Musumeci, ha previsto l’assegnazione alle famiglie evacuate un contributo che va dai 400 euro mensili per i nuclei monofamiliari a un massimo di 900 per quelli di quattro persone.
Appena il meteo lo consentirà si dovrà aprire la fase di ricostruzione, “la più lunga e complessa, nonché la più importante per la popolazione e il tessuto produttivo emiliano” per Musumeci.
Anche qui il governo ha iniziato a muoversi con il dl alluvioni, indicando metodi alternativi di raccolta fondi.
Tra questi l’aumento di un euro del prezzo dei biglietti dei musei italiani dal 15 giugno al 15 settembre.
Piero Vernigo
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