Diminuisce l’inflazione e il costo dell’energia
Rallenta l’inflazione a maggio a +7,6 per cento secondo le stime preliminari, nel mese di maggio 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3 per cento su base mensile e del 7,6 per cento su base annua, da +8,2 per cento del mese precedente.
Lo riferisce un report dell’Istat sui dati provvisori dei prezzi al consumo a maggio 2023.
La decelerazione del tasso di inflazione si deve, in prima battuta, al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +26,6 per cento a +20,5 per cento) e, in misura minore, degli alimentari lavorati (da +14,0 per cento a +13,4 per cento), degli altri beni (da +5,3 per cento a +5,1 per cento) e dei servizi relativi ai trasporti (da +6,0 per cento a +5,5 per cento).
Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalle tensioni al rialzo dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +8,4 per cento a +8,9 per cento) e dei servizi relativi all’abitazione (da +3,2 per cento a +3,4 per cento).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta ancora, sebbene di poco, (da +6,2 per cento a +6,1 per cento), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +6,3 per cento, registrato ad aprile, a +6,2 per cento).
Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +10,4 per cento a +9,5 per cento) e, in misura minore, quella dei servizi (da +4,8 per cento a +4,6 per cento), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -4,9 punti percentuali, da -5,6 di aprile.
Arnaud Daniels
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