L’Europa è entrata in recessione
Dopo mesi passati a ripetere che l’eurozona non avrebbe sperimentato una recessione, è successo.
Arriva un’altra doccia fredda per gli economisti della Banca centrale europea, spiega Fabrizio Goria sulla Stampa.
Giusto pochi giorni fa era stata Isabel Schnabel, membro tedesco del Board di Francoforte, a fornire le ultime stime.
«Al momento non prevediamo una recessione nell’area dell’euro», ha dichiarato.
Non è stata l’unica.
Le stime sono diventate più difficili da produrre, lo sanno gli economisti di Francoforte.
Prima di Schnabel, era intervenuto il vicepresidente Luis de Guindos: «L’area dell’euro è riuscita a evitare una recessione tecnica».
Così non è stato, come aveva ipotizzato il 2 giugno a Le Monde, il membro italiano del Board, Fabio Panetta, il quale aveva proprio parlato di recessione tecnica.
Nonostante ciò – prosegue Goria – aumenteranno i rialzi dei tassi.
E il rischio di una perdita di credibilità della Bce incrementa a sua volta.
L’incertezza è elevata, la navigazione a vista, lo ha ripetuto più volte la presidente Christine Lagarde.
Colpisce, a posteriori, la risposta di Panetta a Le Monde.
«Non si può escludere la possibilità che la domanda interna continui ad essere debole e che ciò si traduca in una prolungata debolezza dell’attività economica o addirittura in una recessione tecnica», disse.
I rischi al ribasso, considerato il costante deterioramento delle condizioni creditizie, sono in aumento.
Secondo i database più aggiornati della Bce, la domanda e l’offerta di prestiti, finanziamenti e mutui è continuata a peggiorare nel secondo trimestre.
Con l’estate in arrivo, gli occhi sono puntati al settore dei servizi, che sta vedendo fiammate più persistenti.
Se si mantenessero elevate, sottolineano gli analisti di Ing, la recessione potrebbe consolidarsi sull’onda del calo dei consumi.
Arnaud Daniels
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