L’Italia e gli Italiani piangono la scomparsa di Silvio Berlusconi
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
«Apprendo con profonda tristezza la notizia della morte di Silvio Berlusconi, fondatore e leader di Forza Italia, protagonista di lunghe stagioni della politica italiana e delle istituzioni repubblicane.
Berlusconi è stato un grande leader politico che ha segnato la storia della nostra Repubblica, incidendo su paradigmi, usi e linguaggi. In una stagione di profondi rivolgimenti, la sua “discesa in campo”, con un partito di nuova fondazione, ottenne consensi così larghi da poter comporre subito una maggioranza e un governo.
La leadership di Berlusconi ha contribuito a plasmare una nuova geografia della politica italiana, consentendogli di assumere per quattro volte la carica di presidente del Consiglio. In queste vesti ha affrontato eventi di portata globale, come la crisi aperta dall’attentato alle Torri Gemelle, la lotta al terrorismo internazionale e gli sconvolgimenti finanziari alla fine del primo decennio del nuovo secolo.
Ha progressivamente integrato il movimento politico da lui fondato nella famiglia popolare europea favorendo continuità nell’indirizzo atlantico ed europeista della nostra Repubblica.
E’ stato una persona dotata di grande umanità e un imprenditore di successo, un innovatore nel suo campo. Ha conquistato posizioni di assoluto rilievo nell’industria televisiva e nel settore dei media, ben prima del proprio impegno diretto nelle istituzioni.
E’ stato artefice di importanti successi nel mondo dello sport italiano.
Desidero esprimere il mio cordoglio e la mia solidarietà ai figli, a tutti i familiari, al suo partito, a coloro che più gli sono stati vicini nella vita e nell’ultima battaglia contro la malattia, combattuta con coraggio ed esemplare ottimismo».
Anche quando è diventato presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi – morto lunedì 12 al San Raffaele di Milano a 86 anni – ha continuato a rimanere un uomo privato.
“Il presidente del Milan più vincente di sempre”, l’imprenditore “che non ha mai licenziato nessuno”, l’uomo “col sole in tasca”, come amava dire lui.
Berlusconi è stato un gaffeur e in questo tratto del suo carattere c’era un indizio per leggere una vita a suo modo piena e complicata come piene e complicate sono le esistenze degli uomini che segnano una fetta della storia.
E, certamente, anche chi l’ha molto odiato e avversato non può non riconoscere questo: questo trentennio passerà alla storia come l’”era berlusconiana”, quella in cui un uomo privato ha determinato nel bene e nel male tutta la politica, la società e persino il costume del Belpaese.
La gaffa è il gancio con lui si estraggono dall’acqua i pesci di grosse dimensioni.
Il “gaffeur” è dunque chi afferra le cose col gancio, combinando pasticci. Berlusconi è stato uno splendido gaffeur perché col suo gancio, sempre inopportuno, sempre sopra le righe, oltre ogni sorvegliata decenza, ha portato scompiglio nella paludata politica italiana.
Proprio questa è stata la sua forza: essere altro e qualcosa di diverso dal consueto, dal consociativismo di destra e di sinistra su cui si fonda il nostro paese.
Berlusconi è stato il granello di sabbia nell’ingranaggio che ha mandato all’aria tutti i piani di chi voleva raddrizzare gli “italiani sbagliati”, uniformandoli a un modo di intendere l’umano e la vita che fosse conforme al potere di turno.
E qui sta il paradosso più grande, perché se, da un lato, Berlusconi è stata la pietra d’inciampo al dilagare di un certo conformismo nichilista, dall’altro è stato l’inventore di quella tv che ha trasformato questo pensiero unico in palinsesto e mentalità comune.
Berlusconi ha inventato il centrodestra e la politica dell’alternanza. Il Cavaliere ha semplicemente riconosciuto che c’era in Italia una maggioranza silenziosa che, sebbene fosse denigrata dai grandi media come retrograda e familista, tuttavia era quella meno ideologica, meno moralista e più pragmatica.
Non chiedeva molto questa Italia: solo di poter vivere la propria vita senza che qualcuno altro le imponesse pensieri e modelli di comportamento che sentiva estranei alla sua natura più profonda, semplice e cristiana.
Berlusconi è stato un po’ un anarcoresurrezionalista in stile amiconiano, pieno di casini ma con un senso del popolo che i suoi avversari non sono mai riusciti ad abbattere.
Solo un gaffeur come lui poteva mettersi in testa di sfidare con un coraggio al limite dell’incoscienza poteri monolitici costruiti intorno a banche e procure.
Solo un uomo esagerato in tutto poteva resistere per trent’anni a una persecuzione giudiziaria senza pari (88 processi in 25 anni), mettendosi contro il “partito degli onesti”.
Solo uno come lui poteva tentare di salvare Eluana Englaro, mettendosi apertamente contro il “partito dei nichilisti”.
Non ha lasciato eredi e delfini, ed è vero anche questo. Forza Italia è lui e senza di lui non si sa bene cosa possa essere e come possa mai reiventarsi.
Ma un’eredità più ricca del suo patrimonio, delle sue ville e delle sue squadre, il Cavaliere la lascia comunque agli italiani: ha dimostrato che c’è ancora spazio politico per chi voglia dare rappresentanza a quell’Italia che vuole lavorare, costruire e amare senza seguire i dettami dei preti senza Cristo e delle chiese senza Dio.
la Redazione
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