Arrestati nove scafisti egiziani per il naufragio in Grecia
Nove presunti scafisti egiziani sono stati arrestati in Grecia, dopo il drammatico naufragio di un barcone di migranti al largo della costa greca che ha provocato la morte di almeno 78 persone.
Una fonte portuale ha riferito all’Afp che tra gli arrestati figura il capitano dell’imbarcazione che si è capovolta prima di affondare.
Secondo la stessa fonte, il peschereccio aveva lasciato l’Egitto vuoto prima di imbarcare i migranti a Tobruk, città portuale nella Libia orientale, ed era poi salpato per l’Italia.
I sospetti arrestati a Kalamata, il porto della penisola del Peloponneso dove sono stati trasferiti i sopravvissuti, sono sospettati di “traffico illegale” di esseri umani, secondo l’agenzia greca Ana.
Centoquattro persone sono state tratte in salvo e presto dovrebbero essere trasferite in un centro di accoglienza per migranti a Malakasa, a Nordest di Atene.
I superstiti sono tutti uomini, per lo più siriani (47), egiziani (43), oltre a 12 pachistani e due palestinesi, secondo le autorità greche.
Più di venti persone rimangono ricoverate a Kalamata.
L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha affermato di “temere che altre centinaia di persone” siano annegate “in una delle tragedie più devastanti nel Mediterraneo in un decennio”.
Le ricerche nella zona dove si è consumata la sciagura proseguono.
Il Mediterraneo centrale rimane la principale rotta migratoria verso l’Ue, attraverso cui passa la metà di tutti gli arrivi di migranti irregolari rilevati alle frontiere esterne dell’Unione, che nei primi cinque mesi dell’anno sono stati 102.000, il 12% in più rispetto a un anno fa, afferma Frontex, l’Agenzia per i guardacoste e le frontiere esterne dell’Ue, nel suo recente rapporto mensile pubblicato.
Nel Mediterraneo centrale, nei primi cinque mesi dell’anno, il numero di rilevamenti è più che raddoppiato (158%) rispetto allo stesso periodo del 2022.
Gli arrivi sono stati 50.318 in cinque mesi, di cui 8.026 solo a maggio.
È il numero più alto registrato dal 2017.
Le nazionalità più presenti nei flussi sono quelle della Costa d’Avorio, dell’Egitto e della Guinea.
Più di 2.700 ufficiali del Corpo permanente e del personale di Frontex, riferisce l’Agenzia, sono coinvolti in varie operazioni a sostegno degli Stati membri e dei paesi limitrofi nella protezione delle frontiere esterne dell’Ue e nella lotta alla criminalità.
L’aumento dei flussi lungo la rotta mediterranea contrasta con la loro diminuzione lungo le altre rotte.
Complessivamente, a maggio sono stati rilevati 19.800 attraversamenti irregolari delle frontiere (di cui 8.026 nel Mediterraneo centrale), con un calo del 31% su base annua.
Gli ingressi da altre rotte migratorie verso l’Ue hanno registrato riduzioni che vanno dal 6% lungo il Mediterraneo occidentale fino al 47% sulla rotta dell’Africa occidentale.
Queste riduzioni sono principalmente correlate a lunghi periodi di maltempo lungo le rotte interessate, che hanno reso ancora più rischiosi i viaggi a bordo di imbarcazioni non idonee alla navigazione.
Tuttavia, conclude Frontex, “la pressione migratoria nella regione” del Mediterraneo “rimane elevata, e possiamo aspettarci un aumento dell’attività dei trafficanti nei prossimi mesi”.
Riccardo Dinoves
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