Banca d’Italia e Ocse rivedono il Pil 2023 al rialzo
Banca d’Italia rivede al rialzo il Pil per il 2023 che dovrebbe salire dell’1,3% contro il +0,6% stimato a gennaio.
Nelle proiezioni macro condotte nell’ambito dell’Eurosistema Bce tuttavia, l’economia “si espanderebbe in misura contenuta nel resto del triennio, frenato dagli effetti del peggioramento delle condizioni di finanziamento”.
Per il prossimo anno il Pil salirebbe solo dell’1% (era l’1,2% nella stima di gennaio) e dell’1,1 nel 2025.
Migliorano le attese su inflazione e mercato del lavoro.
La crescita è rivista al rialzo nel 2023 grazie a un andamento migliore delle attese nel primo trimestre, afferma Bankitalia in un comunicato, e al ribasso nel biennio 2024-25, principalmente per via di un più forte deterioramento delle condizioni finanziarie.
Lo scorso 7 giugno anche l’Ocse aveva raddoppiato la previsione di crescita del Pil dell’Italia sul 2023 al più 1,2%, mentre sul 2024 prevedeva un più 1%.
Queste proiezioni sono state elaborate dagli esperti di Via Nazionale nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema, relativo all’intera area euro e che è stato rese note ieri dalla Bce.
Sono basate sulle informazioni disponibili al 23 maggio per la formulazione delle ipotesi tecniche e al 31 maggio per i dati congiunturali.
Lo scenario presentato presuppone che le tensioni connesse con il conflitto in Ucraina non comportino ulteriori difficoltà nell’approvvigionamento di materie prime. Il quadro macroeconomico risente invece degli effetti di condizioni monetarie e creditizie più restrittive per imprese e famiglie.
Lo scenario incorpora le misure contenute nel c.d. “Decreto Lavoro” e tiene conto degli interventi finanziati nell’ambito del programma Next Generation Eu, sulla base delle informazioni più aggiornate relative al Pnrr.
Le previsioni di inflazione sono state attenuate al 6,1% sulla media di quest’anno, al 2,3% sul prossimo e al 2% sul 2025.
A gennaio Bankitalia pronosticava un carovita 2023 al 6,5%, sul 2024 il 2,6% e sul 2025 al 2%. Migliorano anche le attese sul tasso di disoccupazione: 7,7% sia quest’anno che il prossimo e 7,6% del 2025.
Sei mesi fa era previsto un 8,2% quest’anno, il 7,9% il prossimo, per poi calare al 7,6% nel 2025
L’inflazione è stata rivista al ribasso principalmente per la discesa dei corsi energetici, più rapida di quanto ipotizzato a gennaio.
Niccolò Rejetti
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