Nel 2022 in Italia -400mila nascite e 22mila centenari
Sono in genere donne, mantengono buone relazioni sociali e un’alimentazione sana.
Aiutati dal dna ma soprattutto dagli stili di vita, gli ultracentenari, toccano un nuovo record storico nel nostro Paese.
Al primo gennaio 2023, il numero di italiani che hanno spento più di 100 candeline, secondo il rapporto annuale dell’Istat, è quasi 22mila, oltre 2mila dell’anno precedente.
Un numero triplicato dal 2000 a oggi che autorizza ormai a sdoganare il termine Quinta Età.
Le persone che hanno superato il secolo di vita sono nell’80% dei casi donne e il loro numero continuerà a crescere, trainato da un consistente aumento dei cosiddetti “grandi anziani”.
Se oggi la popolazione over 80 è di 4,5 milioni, nel 2041 supererà i 6 milioni, mentre quella degli ultra 90enni arriverà a 1,4 milioni.
I super longevi, secondo un rapporto Istat sui centenari in Italia (giugno 2022) sono stati anche meno colpiti dalla mortalità per il Covid-19 rispetto ad altre fasce della popolazione e vivono soprattutto nel Nord Italia anche se si trova in Sardegna, una delle 5 Blue Zones identificate come le aree del mondo con la popolazione più longeva: l’Ogliastra.
Superare i 100 anni era una cosa prima rarissima, ma lo sta diventando sempre meno.
“Questo giustifica l’entrata nell’uso comune del termine Quinta Età, a partire dai 90 anni.
Se non sembra modificabile l’aspettativa di vita massima – spiega Niccolò Marchionni, presidente della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica – pari a circa 120 anni, stiamo però aumentando il numero di soggetti che si avvicinano a quel limite”.
Le ragioni sono sia ambientali che genetiche.
“I geni – precisa Marchionni – impattano per non più del 30% mentre per il resto, a pesare, sono gli stili di vita. In primis una dieta mediterranea, con poche calorie, ricca di frutta, verdura e omega 3.
Tra le condizioni che accomunano super centenari vi è il mantenere relazioni sociali, vivere a casa propria ed evitare la sedentarietà, mantenendo un’attività fisica moderata continua, come comminare”.
“L’aumento degli ultracentenari – aggiunge il presidente della Società di Geriatria Andrea Ungar – dimostra che, non solo la popolazione italiana invecchia, ma soprattutto che invecchia bene” perché “chi supera i cento anni di solito, fino ad almeno 85 anni è stato pienamente in salute attivo”.
Certamente, aggiunge, “avere così tanti super longevi può essere un grande modello di studio per l’invecchiamento”.
È quello che si sta facendo a Perdasdefogu (Nuoro), paese entrato nel Guinness dei primati grazie ai suoi 8 over 100 su 1740 abitanti, uno ogni 250.
Qui i centenari hanno aperto le loro case ai ricercatori per un progetto scientifico che esplora le ragioni profonde, anche psicologiche, del vivere a lungo.
Intanto proliferano studi sui geni che mettono al riparo dalle malattie tipiche dell’invecchiamento.
Uno studio su Nature Aging, condotto dall’Albert Einstein College of Medicine di New York, ha scoperto nel Dna dei centenari rare varianti genetiche protettive.
Il 2022 si contraddistingue anche per un nuovo record del minimo di nascite (393mila, per la prima volta dall’Unità d’Italia sotto le 400mila) e per l’elevato numero di decessi (713mila).
Dal 2008, anno di picco relativo della natalità, le nascite si sono ridotte di un terzo.
Il saldo naturale è diminuito in modo progressivo nel corso del tempo, toccando il minimo nel biennio 2020-2021, quando si è registrata una riduzione di oltre 300mila individui in media annua. A questo si aggiunge, nel 2022, un ulteriore decremento di 321mila unità, che porta quindi, in soli tre anni, alla perdita di quasi un milione di persone (957mila unità).
Il calo delle nascite tra il 2019 e il 2022 (27mila unità in meno) dipende per l’80% dal cosiddetto “effetto struttura”, ovvero dalla minore numerosità e dalla composizione per età delle donne.
Niccolò Rejetti
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