Firenze, violenza sessuale di gruppo: Emergenza educativa e responsabilità genitoriale
Orrore a Firenze dove un branco di 24 minorenni abusa di due 12enni, diffondendo nella rete i video pedopornografici.
Una squallida vicenda di alcol, stupefacenti, rapporti sessuali, un’indagine complessa portata avanti dalla procura minorile di Firenze dopo la denuncia della madre di uno dei minori coinvolti nella violenza, trovando sul cellulare del figlio la chat che riguardava un festino organizzato proprio dai minori.
Il branco avrebbe abusato della condizione di inferiorità psichica delle ragazzine e all’assunzione di sostanze alcoliche e stupefacenti.
I filmati sarebbero stati registrati nella festa di capodanno a casa di un 14 enne, ideatore di questo sconcertante evento e protagonista dei video.
L’inchiesta della Polizia Postale ha permesso di evidenziare le voci sottofondo di altri minori, che incitavano i protagonisti ad atti sessuali.
Siamo davanti ad una squallida realtà, di generazioni minate da un profondo disagio sociale, delineato anche dalla superficialità e indifferenza di coloro che assistono a codesti atti di abusi e maltrattamenti.
Un fallimento profondo di un’intera società, un catastrofismo dei mezzi di comunicazione utili solo per attrarre una cultura vuota basata sul dimostrare, sull’apparire con una significativa perdita di valori umani.
Questa vicenda dovrebbe porre in ogni individuo e principalmente in ogni genitore domande sul ruolo che ha nel trasmettere educazione, etica e morale ai propri figli, insegnare il rispetto di genere, il contrasto agli abusi, gli aspetti relazionali ed emotivi della sessualità.
Soprattutto le vittime di queste violenze hanno vere e proprie ripercussioni sia fisiche che psicologiche e davanti a eventi del genere non possiamo far finta di nulla, ma occorre partire dall’educazione.
Urge accendere tutti i canali di trasmissione dei valori, mediante l’azione in sinergia della famiglia e della scuola e della società in genere.
Dato che le principali agenzie educative deputate all’azione educativa sono proprio la famiglia e la scuola, tanto i genitori quanto i docenti ed educatori hanno il dovere di occuparsi dello sviluppo dei propri figli e degli allievi per la formazione di giovani attivi e integri nel proprio contesto sociale.
Ci troviamo di fronte ad un acutezza di una crisi che vede adulti incapaci di essere punti di riferimento, assenza di principi, norme o regole condivise, una desertificazione totale di amore, solidarietà, altruismo e soprattutto di empatia.
Un’insolvenza della genitorialità, di chi ha il compito di far sviluppare questa giovane società imparando soprattutto dall’esempio, ma i genitori troppo assenti o presi da altro, troppo lontani dai propri figli e dai loro bisogni, così che quest’ultimi giorno per giorno finiscono con l’assorbire l’uso compulsivo e dipendente di internet, televisione, violenza, aggressività, arroganza e per finire nell’uso di droghe, con il crescente sentimento di ostilità tra scuola e famiglia.
Adolescenti che dispongono di tutto ciò di cui hanno bisogno, ai quali i genitori non fanno mancare nulla, educati all’edonismo e al materialismo, vivendo in muti indecifrabili, sempre più connessi con il mondo virtuale così che la maggior parte di loro comunicano attraverso gesti e azioni immersi nell’era della comunicazione tecnologica veloce e immediata.
Occorre ricordare che gli adolescenti affrontano una crisi d’identità che si verifica con l’ingresso nell’adolescenza, la maturazione fisica e sessuale con il distacco dal mondo infantile, e per molti di loro il gruppo diventa sicuro, dove s’innescano rapporti di complicità con i coetanei:
Però il problema si pone quando il gruppo diventa luogo di omologazione, di violenza e di aggressione, pertanto il ruolo dell’autorità e responsabilità familiare è molto importante.
Bisogna riconoscere la complessità della loro crescita e del modo in cui è intesa in questi tempi, ma la maggior parte dei genitori non conosce realmente i propri figli, non si fermano ad osservarli nella loro quotidianità, si è sempre di fretta, dando attenzione solo ad aspetti superficiali, senza cogliere precocemente un segnale di disagio e di malessere velato.
Sensibilizzare un’azione educativa efficace composta da ascolto, dialogo comprensione e sostegno e limiti definiti oltre i quali non è permesso andare.
Piaccia o non piaccia questi sono i frutti della nostra società, questi bambini educati delegando la loro formazione a televisione, videogiochi e social media, a dimostrazione che viviamo in una società che ha perso ogni limite e non prendere coscienza di questa drammatica realtà significa perpetuare all’infinito in una condizione destinata a incancrenirsi, pertanto ad ognuno spetta il compito di rimboccarsi le maniche.
Dolores Di Mambro
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