Afghanistan, i talebani vietano la musica in pubblico
Le autorità afghane ad Herat hanno ridotto in cenere gli strumenti musicali, perché ritengono la musica immorale, un messaggio in clima di terrore.
Dalle immagini che arrivano da Herat si vede un grande falò fatto di ammasso di strumenti musicali sequestrati come fossero legna da ardere.
Gli strumenti servivano principalmente a suonare durante i matrimoni, d’ora in poi in Afghanistan nei matrimoni non si avrà nessun suono e niente balli.
Con il ritorno dei talebani al potere torna anche il divieto che vigeva già dal 1996.
Non ci sarà musica in pubblico, né trasmissioni radiofoniche che la diffondono, così come programmi televisivi non avranno sigle musicali, perché suonare e ascoltare musica va contro la legge islamica.
In tal modo la popolazione non potrà imparare a suonare nessuno strumento, registrare e neanche ascoltare alcun tipo di musica, le uniche melodie potrebbero restare solo gli inni a Maometto e le canzoni religiose, ma cantete senza l‘utilizzo di strumenti musicali.
La decisione del nuovo Emirati Islamico è stata confermata da Zabihullah Mujiahid portavoce dei talebani, in un intervista al New York Times, e nel contempo chiede agli occidentali di non interferire con le decisioni interne adottate dal regime.
Il nuovo clima di terrore instaurato dai talebani ha come bersaglio principale le donne, cancellandole dalla vita pubblica, privandole di ogni libertà personale con limitazioni estreme sulla quotidianità, sul lavoro e sulla libertà di espressione.
Escluse dall’istruzione, bandite dagli spazi pubblici, vietando loro l’accesso a palestre, parchi e bagni pubblici, costrette a camminare coperte dalla testa ai piedi.
Un regime caratterizzato dall’imposizione di innumerevoli regole sociali fortemente repressive, derivate dalla rigida interpretazione dei testi islamici.
I talebani nel loro feroce estremismo portano a galla aspetti oscuranti e totalitari che privano una comunità dell’armonia musicale e del riconoscimento di questo grande valore, determina una censura all’umanità, alla libera espressione e alla propria identità.
Un mondo senza musica è impensabile, sarebbe incompleto poiché la musica è espressione dell’animo e della mente umana, un connubio tra razionalità e sentimento.
La musica da sempre rappresenta una componente importante nella vita della gente, assume un valore sociale ne testimonia l’espressione delle diverse culture del mondo, privare un popolo della musica significa estirparlo della propria cultura e delle proprie radici.
Dolores Di Mambro
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