8 agosto 1956 a Marcinelle la tragedia di 136 italiani
L’8 agosto del 1956 il pozzo n. 1 della miniera di Marcinelle (in Belgio), detto ‘Bois du Cazier’, é teatro di una delle più drammatiche tragedie del lavoro, forse la pagina più nera della storia della emigrazione italiana all’estero.
Una forte esplosione nelle gallerie della miniera, a oltre mille metri di profondità, bloccò gli ascensori di risalita.
Morirono tra le fiamme e i fumi tossici 262 minatori, di questi ben 136 italiani provenienti da varie regioni – Abruzzo e Puglia in testa – che avevano lasciato le loro terre per inseguire un lavoro meglio pagato nei vasti bacini carboniferi che sorgevano nei dintorni di Cherleroi, cittadina industriale nella Vallonia belga non a caso rinominata “paese nero”.
Di quel passato minerario che nel dopoguerra attirò decine di migliaia di lavoratori italiani (sulla base degli accordi bilaterali firmati dall’allora premier Alcide De Gasperi) oggi resta poco.
Charleroi è soprattutto conosciuta per il suo aeroporto internazionale, Marcinelle è diventata dal 2001 patrimonio industriale dell’Unesco: luogo di una tragedia che rimarrà indelebile nella memoria collettiva per l’enorme sacrificio dei lavoratori italiani.
Sempre nel 2001 l’8 agosto è stato anche proclamato ‘Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo’ in memoria di tutti i lavoratori italiani caduti sul lavoro all’estero.
Oggi a commemorare i 136 connazionali periti nell’incidente, il 67mo anniversario sarà il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che affiancherà i reali del Belgio e sarà accompagnato dall’Ambasciatrice italiana, Federica Favi.
La presenza del vicepremier a Marcinelle evidenzia l’importanza che il governo attribuisce all’emigrazione, come fatto storico e come fenomeno attuale.
A scatenare l’inferno nel pozzo del Bois du Cazier, che era in funzione dal 1830, furono varie inadempienze sul fronte della sicurezza.
Per quasi un mese le forze di soccorso scesero nei cunicoli del pozzo per cercare di recuperare eventuali superstiti: riuscirono ad estrarre 262 corpi privi di vita. 262 rintocchi di campana apriranno la cerimonia commemorativa, al sito monumentale della miniera.
Dopo i discorsi ufficiali, sarà scoperta una nuova targa dedicata alle vittime del disastro.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 67° anniversario della tragedia di Marcinelle e la 22ª giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo ha inviato il seguente messaggio:
«Rivolgo un caloroso saluto a Sua Maestà la Regina Paola, ai membri della Famiglia reale e alle autorità belghe e italiane convenute in un luogo così altamente simbolico per i nostri Paesi.
La doppia ricorrenza dell’anniversario del disastro minerario di Marcinelle e della “Giornata Nazionale del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo” ci consente di ricordare con riconoscenza il sacrificio dei 136 minatori italiani che persero la vita al Bois du Cazier e di tutti i connazionali caduti sul lavoro all’estero.
Con il loro operato essi hanno contribuito a promuovere i più alti valori sociali e culturali che animano la Costituzione repubblicana e la stessa Casa comune europea, a cominciare dal diritto al lavoro.
Viviamo mesi difficili, segnati dall’impatto di molteplici crisi di diversa natura: dall’esecrabile aggressione russa all’Ucraina ai tanti conflitti irrisolti in altri quadranti geografici, dal cambiamento climatico all’insicurezza alimentare. Tutto ciò accresce la precarietà economica e il rischio di sfruttamento di esseri umani. È quindi più che mai necessario mantenere salda la tutela dei lavoratori. Di tutti i lavoratori, ovunque essi si trovino, quale che sia la loro nazionalità, per prevenire e sanare inaccettabili forme di marginalizzazione.
Nel ringraziare Sua Maestà la Regina Paola per aver onorato con la sua presenza questo momento di memoria, rinnovo le più sentite espressioni di cordoglio e vicinanza ai familiari delle vittime della tragedia di Marcinelle e di ogni altro tragico evento nel corso del quale cittadini italiani abbiano perso la vita nell’adempimento dei loro doveri professionali».
la Redazione
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