Proteste per l’anniversario della morte di Mahsa Amini
Forze dell’ordine schierate nelle strade di Teheran a un anno dalla morte di Mahsa Amini, la ragazza curdo iraniana ventiduenne deceduta mentre era in arresto perché avrebbe violato il codice di abbigliamento prescritto alle donne nella repubblica islamica.
La sua morte aveva scatenato settimane di manifestazioni per lo più di donne che sfidavano il regime degli ayatollah.
La repressione è costata la vita a oltre 500 persone.
Da Parigi, guarda agli eventi Mitra Hejazipour, campionessa di scacchi fuggita quattro anni fa dall’Iran dopo essere stata esclusa dalle federazione degli scacchi iraniana perché rifiutava di portare il velo.
Hejazipour è campione di Francia nella disciplina.
“Sanno che è l’anniversario di Mahsa Amini, quindi sono armati e organizzano le forze per fare pressione, anche imprigionando la gente in anticipo” dice.
“Non credo che il regime rinuncerà al velo perché l’hijab è alla base del regime islamico iraniano. Ma le donne cercano di portarlo sempre meno, questo si vede dalle immagini, dai video che arrivano dall’Iran. Credo che significhi che c’è sempre più coraggio. Certo, da quello che ho visto l’anno scorso e da quello che so del regime ho paura ma ho anche un sentimento di speranza. Perché non possono uccidere tutti, e non possono imprigionare tutti”.
Claudia Treves
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