Agevolazioni per chi ritorna a produrre in Italia
Tasse dimezzate per chi riporta la produzione in Italia e per chi decide di investire nella penisola.
Il cantiere fisco che accompagnerà la manovra potrebbe contenere misure per agevolare il reshoring, il ritorno delle imprese che avevano de-localizzato.
Un passaggio legato all’attuazione dell’articolo 3 della delega fiscale che prevede forme di incentivo “all’investimento o al trasferimento di capitali in Italia”.
L’ipotesi di lavoro, scrive MF-Milano Finanza, è un dimezzamento della base imponibile Irpef e Ires e un’esenzione Irap per cinque anni.
Misure allo studio che potrebbero trovare spazio in un provvedimento a tema fiscale assieme all’introduzione dell’aliquota minima globale del 15% per le multinazionali con più di 750 milioni di euro di fatturato.
“Nel decreto legislativo andranno interventi importanti sulla fiscalità internazionale.
Dobbiamo cercare di attirare capitali e investitori esteri”, ha spiegato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, parlando con i giornalisti a margine di un convegno sulla riforma fiscale organizzato dall’università di Roma Tre.
L’attuazione della riforma, oltre che dall’accorpamento delle aliquote, partirà intervenendo sulle società con controllate in paradisi fiscali.
Il decreto legislativo sulla minimum tax prevede tre vie: un’aliquota minima nazionale, un’imposta minima integrativa e un’imposta minima suppletiva.
La prima è l’imposizione al 15%; la seconda dovrà essere versata dalle società madri in Italia per le controllate all’estero che non arrivano a pagare il 15%, integrando quanto manca.
La terza sarà richiesta alla controllata di un multinazionale in Italia la cui casa madre è in un paradiso fiscale e sfugge all’aliquota minima.
Tra le ipotesi che circolano si parla anche delle norme per estendere l’adempimento collaborativo a chi trasferisce la residenza nella Penisola.
Con l’avvicinarsi del Cdm di lunedì il governo manda intanto segnali di rassicurazione ai mercati, anche in vista del giudizio delle società di rating (si parte il 20 ottobre con Standard and Poor’s).
Ieri è anche trapelata l’indiscrezione di volere approvare la manovra, che sarà in deficit per 15,7 miliardi di euro, in tempi rapidi, prima delle festività di Natale.
E nel cantiere entra anche la revisione dei bonus edilizi: passerà per strumenti con una durata di dieci anni e calibrati a seconda degli interventi che saranno fatti.
Anselmo Faidit
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