Italia primo produttore al mondo di pasta
Secondo i dati elaborati da Unione Italiana Food e International pasta organization, nel mondo si producono 17 milioni di tonnellate di pasta (+1,8% sul 2021), quasi il doppio rispetto ai 9 milioni di 25 anni fa.
Ma oggi come allora, l’Italia è il primo produttore al mondo, con 3,6 milioni di tonnellate nel 2022 (+3,2% sul 2021) pari al 21% della produzione mondiale e un fatturato che sfiora i 7 miliardi di euro (l’aumento a valore del 24,3% sul 2021 è legato all’aumento dei prezzi).
L’Italia è anche il primo consumatore al mondo con 23 chili a testa ogni anno, davanti a Tunisia (17 chili) e Venezuela (12 chili), per un totale di 1,3 milioni di tonnellate di pasta mangiati nel 2022.
A pochi giorni dal Giornata mondiale dedicata al prodotto simbolo della nostra cucina, giornata che quest’anno festeggia i suoi 25 anni dalla prima edizione, questo il quadro sul mercato della pasta.
Se è ormai risaputo che il 25% della pasta consumata nel mondo e il 75% di quella consumata in Europa sono prodotti da un pastificio italiano, quello che occorre sottolineate è che la geografia dei consumatori di pasta italiana nel mondo si è ampliata nell’ultimo quarto di secolo.
Oggi i Paesi destinatari sono quasi 200, il 6,4% in più con una quota di export che ha raggiunto 2,3 milioni di tonnellate: parliamo di una crescita che secondo Unionfood è del 210% in 25 anni dalle 740mila tonnellate del 1998 (+4,5% sul 2021) e di un 62,7% della produzione tricolore del 2022.
Di questa Germania, Regno Unito, Francia, Stati Uniti e Giappone sono i primi Paesi destinatari, assorbendo complessivamente circa il 58% dell’export italiano di paste alimentari (2,187 miliardi di euro).
Ma ci sono poi mercati emergenti che registrano tassi di crescita a doppia cifra che lasciano ben sperare, come Arabia Saudita (+51%), Polonia (+25%) e Canada (+20%).
È chiaro però che la partita si gioca anche sui consumi nazionali: lungo lo Stivale la mangiano praticamente tutti (99%) almeno una volta a settimana e oltre un italiano su due la porta in tavola ogni giorno, mentre uno su cinque (19,2%) la consuma 4-5 volte a settimana.
Niccolò Rejetti
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