La stanza segreta di Michelangelo apre al pubblico
Dopo quasi 50 anni dal suo ritrovamento (era il 1975), il 15 novembre 2023 la stanza segreta di Michelangelo, piccolo ambiente contenente una serie di disegni attribuiti al Buonarroti, a cui si accede dalla Sagrestia Nuova, all’interno del Museo delle Cappelle Medicee, sarà accessibile al pubblico.
L’apertura sarà fatta in via sperimentale e le prenotazioni aperte fino al 30 marzo 2024, in via prudenziale.
L’annuncio è stato dato il 26 settembre 2023 dal direttore generale dei Musei Massimo Osanna durante la conferenza stampa di presentazione della Nuova uscita del Museo delle Cappelle Medicee, parte integrante del gruppo statale dei Musei del Bargello diretto da Paola D’Agostino.
L’imminente e attesa apertura al pubblico della Stanza segreta, mai stata accessibile al pubblico in maniera regolamentata prima d’oggi, è resa possibile anche grazie al monitoraggio che verrà condotto nei prossimi mesi, d’intesa con l’Opificio delle Pietre Dure ed entrerà in vigore a partire dal 15 novembre per gruppi contingentati di massimo 4 persone alla volta, in modo da proteggere i disegni e mantenere adeguate condizioni conservative, indispensabili a salvaguardare i preziosi manufatti.
Il numero limitato di presenze per fasce orarie è dovuto alla necessità di intervallare il periodo di esposizione alla luce a led a periodi prolungati di buio.
Nel 2018 grazie alla collaborazione del Ministero della Cultura con Lottomatica, il maestro Mario Nanni, coadiuvato dall’architetto Maria Cristina Valenti, in quegli anni in forze ai Musei del Bargello, ha curato la nuova illuminazione a led anche della Stanza Segreta.
“La conclusione dei lavori della Nuova uscita e l’adeguamento del Museo delle Cappelle Medicee alle norme di sicurezza, consentiranno di aprire la stanza segreta di Michelangelo – ha spiegato Massimo Osanna – luogo di fascino straordinario, ma delicatissima per l’ubicazione dello stretto ambiente nel percorso museale e per la tutela dei disegni a carboncina presenti sulle pareti”.
” E’ stato un lungo costante e paziente lavoro che ha coinvolto diverse professionalità e desidero ringraziare tutto il personale dei Musei del Bargello che ha lavorato con me in questi anni per quest’obiettivo – ha dichiarato Paola D’Agostino, direttore dei Musei del Bargello. Tra loro devo un ringraziamento particolare a Francesca de Luca, storica dell’arte e responsabile delle Cappelle Medicee e di Casa Martelli e a Benedetta Cantini, funzionaria restauratore ai Musei del Bargello per l’attenta cura che hanno di questo ambiente straordinario. La mia profonda gratitudine va, ai colleghi dell’Opificio delle Pietre Dure che condividono con competenza e passione tanti progetti di restauro, diagnostica, monitoraggio e ricerca su alcuni capolavori dei Musei del Bargello”.
Era il novembre 1975 quando Paolo Dal Poggetto, allora direttore del Museo delle Cappelle Medicee, incaricò il restauratore Sabino Giovannoni di fare dei saggi di pulitura in uno stretto corridoio sottostante l’abside della Sagrestia Nuova, in occasione di un sopralluogo preliminare alla ricerca di uno spazio adeguato alla realizzazione di una nuova uscita del museo.
La stanzetta, 10 metri di lunghezza per 3 di larghezza, alta al culmine della volta 2 metri e 50, era stata usata come deposito di carbonella fino al 1955 e poi inutilizzata, rimasta chiusa e dimenticata per decenni, sotto una botola completamente coperta da armadi, mobili e suppellettili accatastate.
È qui, durante dei saggi sulle pareti, che il restauratore trovò sotto due strati di intonaco, in una serie di disegni murali di figura, tracciati con bastoncini di legno carbonizzato e sanguigna, di dimensioni varie, in molti casi sovrapposti, che Dal Poggetto attribuì per la maggior parte a Michelangelo.
L’allora direttore ipotizzò che l’artista si fosse rifugiato nel piccolo ambiente nel 1530, quando il priore di San Lorenzo, Giovan Battista Figiovanni, lo nascose dalla vendetta del Papa Clemente VII, infuriato perché l’artista – durante il periodo in cui i Medici furono cacciati dalla città – aveva militato come supervisore delle fortificazioni per il breve periodo di governo repubblicano (1527-1530).
Ottenuto il perdono della famiglia, dopo circa due mesi – che secondo la ricostruzione dovrebbero collocarsi tra la fine di giugno e la fine di ottobre 1530 – Michelangelo tornò finalmente libero e riprese nuovamente i suoi incarichi fiorentini, fino a quando nel 1534 abbandonò definitivamente la città alla volta di Roma.
I disegni ancora oggetto di studio da parte della critica, secondo la tesi di Del Poggetto furono realizzati durante il periodo di “auto – reclusione” dell’artista che avrebbe utilizzato i muri della piccola stanza per abbozzare alcuni suoi progetti tra i quali opere della Sagrestia Nuova, come le gambe di Giuliano de Medici duca di Nemours, citazioni dall’antico, come la testa del Laocoonte e progetti riferibili ad altre sculture e dipinti.
La Stanza segreta sarà accessibile esclusivamente su prenotazione, ad un massimo di quattro persone a gruppo accompagnato, fino a un limite di 100 persone la settimana.
La permanenza massima all’interno della stanza sarà di 15 minuti, guidati dal personale di vigilanza del Museo.
Dal momento che per accedere all’ambiente è necessario scendere una stretta e angusta scala, la stanza non è accessibile ai disabili e, per ragioni di sicurezza, ai minori di 10 anni.
Info: bargellomusei.beniculturali.it
Prenotazioni:operalaboratori.com 055 294883.
Roberto Cantini
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