Berlino bacchetta Roma ma trucca i bilanci
Dunque quella dell’irreprensibilità della Germania nella finanza pubblica era una favola.
Qualche sentore che non fosse vero si era già avuto nel 2010 allorché si preparò una medicina amara per la Grecia in default, ma dopo aver salvato le banche francesi e tedesche impelagate con i bond ellenici.
A oltre tredici anni di distanza, dopo una pandemia e nel pieno di due guerre, che dovrebbero consigliare l’Unione Europea di soprassedere sul nuovo Patto di Stabilità, si scopre che anche a Berlino esiste un giudice che vuole chiarire un po’ di partite di giro del governo di Olaf Scholz.
Nello specifico la Corte Costituzionale si esprimerà per dare un giudizio sulla scelta dell’esecutivo di tenere fuori bilancio la bellezza di 60 miliardi di euro e questo perché esiste una legge nei Lander che prevede il pareggio di bilancio ogni anno, cosa che verrebbe vanificata proprio a ridosso della partita elettorale del 2024, dove i tedeschi vogliono ricandidare alla guida della Commissione Ursula von der Leyen, e in prossimità della decisione sui nuovi criteri contabili comunitari, che la Germania vuole più rigidi.
C’è da non crederci: proprio coloro che spingono la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti a siglare un accordo che costringerebbe l’Italia a pagare a caro prezzo se non si scendesse sotto il livello del 3% del rapporto deficit-pil (ultima versione del nuovo Patto di Stabilità) non rispettano i propri conti e le regole che vogliono per tutti gli altri.
La Germania non ha il debito monstre dell’Italia e ha mostrato nei decenni di saper mantenere in equilibrio i propri conti pubblici, a dispetto di una onerosissima riunificazione e in presenza di una situazione nel settore immobiliare molto critica, per cui sono preoccupati Bce e Consob tedesca.
Dunque Roma non può certo fare la morale a Berlino.
Ma deve almeno alzare la voce prima di incaprettarsi con un Patto di Stabilità che a poco serve se non a mettere i conti pubblici italiani nel primo occhio del ciclone che capita sui mercati.
Niccolò Rejetti
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